ASSALTO ANGLO-OLANDESE ALLE BANCHE EUROPEE

Di Giorgio Vittadini
28 Ottobre 2004
Nei giorni scorsi, in non banale coincidenza temporale, anche il governatore della Banca d’Italia

Nei giorni scorsi, in non banale coincidenza temporale, anche il governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio è stato al centro di un “caso” europeo che ha più di un’analogia con la vicenda Buttiglione. Ancora all’inizio di settembre l’Ecofin a presidenza olandese della Ue ha messo (con un blitz) all’ordine del giorno una discussione informale tra i ministri economici su fusioni e acquisizioni bancarie “transnazionali” in Europa. Invitati come “testimonial” i presidenti di Abn Amro (olandese), BnpParibas (francese) e Royal Bank of Scotland (Bretannica). Niente “mediterranei” tra le scatole: né spagnoli (che pure hanno fatto le maggiori fusioni interne e col Santander hanno comprato l’inglese Abbey) né italiani (che hanno privatizzato e concentrato le casse di risparmio con le big private, cosa che tedeschi o francesi non sono mai riusciti a fare). Obiettivo vero del blitz olandese era forzare la “calata” dei colossi anglosassoni (l’Olanda in campo finanziario ha uno storico rapporto privilegiato con la City e gli angloamericani) sulle banche del continente. Italiane in primis (Abn Amro è azionista di Capitalia e Antonveneta, e vorrebbe approfittare dell’ipotesi di fusione tra le due per diventare azionista-leader di una nuova grande banca italiana), ma anche ad esempio su Commerzbank, banca tedesca disastrata e da tempo in odore di scalata.
L’azione non è andata a segno: non c’è stata l’attesa dichiarazione finale («I ministri s’impegnano a favorire le fusioni…»); ai “media” è stato detto che «le posizioni sul tema sono differenti» ed è stato semplicemente messo in agenda un rapporto di esperti.
Nei giorni successivi, però, l’attacco è continuato ed è stato personalizzato su Fazio. In un duro editoriale del Financial Times è stata fatta riemergere la sua “cattiva fama” di stopper implacabile delle Opa sulle banche: in particolare di quelle provenienti dall’estero, tanto care alle varie “compagnie delle Indie” che lavorano nella City di Londra. In tutto ciò occorre tener conto che, oltre ad Abn Amro su Capitalia-Antonveneta, Fazio sta in questi giorni badando anche alle mire spagnole di Bbva su Bnl e del Banco Santander in Sanpaolo-Imi e ha dovuto “curare” il Crédit Agricole e le Generali (che hanno un presidente francese, Antoine Bernheim) nel rinnovo del patto di sindacato di Banca Intesa. La Fondazione Cariplo ha dovuto battere qualche pugno sul tavolo: il presidente Giuseppe Guzzetti ha parlato sul caso giusto in Bocconi, in margine alla presentazione di Banca e finanza: la transizione incompiuta di Graziano Tarantini. Da ultimo, nel patto Mediobanca (che controlla Rcs e Generali), UniCredit si è ritrovata sola e in minoranza a votare contro il rafforzamento azionario dei francesi (Bolloré-Bernheim).
A proposito di ideali europeisti e di desiderio di unità: c’è un’Europa di violenza e nazionalismo da cui ci si deve per forza difendere.

*Presidente Fondazione per la Sussidiarietà

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