Il suo nome è Aibo, scodinzola, corre, cammina gioca e può essere portato al guinzaglio, come qualsiasi cane, anche se un animale domestico vero e proprio non lo è. Aibo è l’ultimo “hardware” inventato da Sony, un cane-robot già in vendita in Giappone e negli Stati Uniti. Questo cane-replicante è dotato d’intelligenza artificiale e, se opportunamente “addestrato”, può “imparare” a riconoscere il suo nome e a rispondere agli ordini e alle sollecitazioni del suo padrone. Non sporca, non sbava, non richiede cure, né ha bisogno di essere nutrito, o accudito – questa “specie” di cane, infatti, non ha esigenze di tipo fisico, né si può ammalare. Il suo lontano antenato Tamagochi, al confronto, appartiene ancora alla preistoria, perché vive per essere curato e per suscitare, anche se solo per gioco, emozioni. Aibo, invece, è un animale domestico molto più evoluto, perché non crea problemi di alcun genere né a livello affettivo (non occorre affezionarsi a lui, anche se “a modo suo” può tenere compagnia), né può suscitare sensi di colpa nei confronti del suo padrone in casi d’incuria, o maltrattamento. Il suo padrone, inoltre, non dovrà neanche preoccuparsi di provare dolore al momento della sua morte, perché Aibo è garantito per “spirare” dieci anni dopo la sua messa in moto. Sono molte le persone che hanno già apprezzato il nuovo cane virtuale: da quando è stato messo in vendita via Internet (tra giugno e luglio di quest’anno), ne sono stati venduti 3000 esemplari in Giappone e 2000 negli USA, cifre significative pensando che ogni cane-robot costa circa 4,5 milioni di lire. Altri test verranno condotti per perfezionare Aibo, oltre che a mettere a punto altri robot a quattro zampe e forme d’incentivo quali la rottamazione dei vecchi robot-animali. Il lancio di Aibo è soltanto il primo passo verso la nuova era industriale degli “entertainment robot”, come l’ha definita Sony. È un nuovo business che riduce la natura a nostro uso e consumo.
Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994
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