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Giorgia Meloni incontra Donald Trump a Mar-a-Lago (foto Ansa)
Su Linkiesta Mario Lavia scrive: «Sicché Giorgia emerge come una grande leader laddove basta un po’ di politicismo e parlare fluently, meglio ancora se nella cornice finta di Borgo Egnazia per fare un figurone. Carina con Joe Biden, esaltata con Javier Milei, occhi negli occhi con i padroni del mondo Donald&Elon, la presidente del Consiglio non ha fatto nulla di concreto sulla scena internazionale (salvo, le va dato atto, mantenere una buona coerenza nella difesa dell’Ucraina), è corsa da Buenos Aires a Pechino alla Lapponia per la felicità della figlioletta e per ampliare i suoi orizzonti effettivamente sin qui circoscritti nell’asse Garbatella-Colle Oppio. Tutta aria fritta, cappottini eleganti e baci con tutti».
Come dice un mio vecchio amico, la fissazione è peggio della malattia. Il povero Lavia per seguire la sua fissazione di una Meloni isolata in campo internazionale, ha smesso di leggere l’Economist, di g...
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