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«Gli armeni non sono angioletti». Si diceva così anche ai tempi dei genocidi

Di Renato Farina
01 Agosto 2023
Come non capire che l’asse tra azeri e turchi, constatata la cedevolezza occidentale, inghiottirà l’anomalia di questo popolo cristiano, estendendo la scimitarra ottomana fino a tutta la Libia?
Passeggeri a bordo di un autobus a Stepanakert, Nagorno-Karabakh
Passeggeri a bordo di un autobus a Stepanakert, Nagorno-Karabakh, 18 gennaio 2021, dopo la fine della guerra tra armeni e turco-azeri (foto Ansa)

L’Italia, la vostra e anche mia Italia, ha condannato a morte il popolo armeno. In primo luogo i 120 mila residenti nell’Artsakh (si chiama così nella lingua di chi vi abita da millenni il paese che in linguaggio internazionale è detto Nagorno-Karabakh o Alto Nagorno). Ma a seguire, per l’inerzia inesorabile della viltà, i restanti tre milioni della Repubblica Armena del Caucaso meridionale.
Non capisco, o forse sì, capisco, ma non accetto, mi è impossibile crederci. Eppure… Mi spiego. Qui dal lago di Sevan, dove ho udito le meravigliose trote guizzanti garrire come rondini, ho avuto un dialogo con un importante membro del governo italiano, uno scambio di pensieri privato e sincero, dunque nessun nome neppure con le tenaglie. Gli avevo manifestato stupore e sconcerto per la cessione di aerei militari, o comunque a uso duale (cioè civile e/o bellico), all’Azerbaigian, un atto illegale per la legge italiana (185/1990). Soprattutto ho detto che non si possono stringere accordi d...

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