Appello di papa Francesco per la Siria. Onu: la situazione dei bambini rifugiati è “spaventosa”
Nuovo appello di papa Francesco per la pace in Siria. Il Pontefice, ricevendo in Vaticano i partecipanti ad un pellegrinaggio dei greco-melkiti, ha ricordato il popolo siriano che “da lungo tempo” soffre “una grande tribolazione”. “La vicinanza di tutta la Chiesa – ha aggiunto – li conforti nell’angoscia e li preservi dalla disperazione”. Rivolgendosi poi ai suoi ospiti ha detto che la loro Chiesa “da secoli ha saputo convivere pacificamente con altre religioni ed è chiamata a svolgere un ruolo di fraternità in Medio Oriente”. “Ripeto anche a voi: non ci rassegniamo a pensare al Medio Oriente senza i cristiani. Tuttavia, molti vostri fratelli e sorelle sono emigrati, e una folta rappresentanza dalle comunità in diaspora è qui presente. Le incoraggio a mantenere salde le radici umane e spirituali della tradizione melchita, custodendo dovunque l’identità greco-cattolica, perché la Chiesa intera ha bisogno del patrimonio dell’Oriente cristiano, di cui anche voi siete eredi”.
RAPPORTO UNHCR. Intanto è stato diffuso un rapporto dell’alto commissariato dell’Onu per i rifugiati (Unhcr) sulle condizioni dei campi in Giordania e Libano. Secondo lo studio circa il sessanta per cento dei bambini siriani rifugiati censiti dall’Unhcr si trovano in territorio giordano e libanese. “Se non agiamo rapidamente – ha detto il responsabile dell’Unhcr, Antonio Guterres -, una generazione di innocenti diventerà vittima duratura di una guerra spaventosa”. Secondo il rapporto oltre 2,2 milioni di bambini siriani sono stati costretti negli ultimi tre anni di guerra a fuggire all’estero, e molti loro non vanno a scuola perché sono costretti a lavorare per aiutare le proprie numerose famiglie.
L’80 PER CENTO NON VA A SCUOLA. Secondo l’Unhcr, più di 11 mila bambini sono morti in Siria nei combattimenti. Il paese che ha accolto più siriani è il confinante Libano, dove ci sono 385 mila minorenni e dove si calcola che i siriani profughi in età scolare abbiano superato i coetanei libanesi. Tuttavia, l’80 per cento di questi bambini siriani non va a scuola. Una delle ragioni sta nel fatto che il sistema scolastico libanese è risultato “ingolfato” da questa fuga massiccia, e nemmeno il ricorso a turni pomeridiani ha permesso di garantire gli studi a tutti. Ma il motivo principale dell’abbandono scolastico è che la maggior parte dei piccoli siriani è costretta, per ragioni economiche, a lavorare per contribuire al mantenimento delle famiglie numerose: i bambini sono occupati, con paghe misere da 3 o 4 dollari al giorno, in negozi, campi o nell’edilizia.
SITUAZIONE DRAMMATICA. Anche in Giordania, altro paese che ha ospitato un alto numero di profughi siriani, molti dei 291 mila bambini siriani non va a scuola. L’Unhcr segnala tra le cause dell’abbandono scolastico anche gli shock vissuti dai bambini per la guerra. Molti dei piccoli profughi ha visto con i propri occhi le proprie famiglie uccise, o è stato costretto a vedere le atrocità dei campi di accoglienza. Per questi traumi i bambini hanno spesso paura anche di uscire da soli, e rimangono nei campi o negli appartamenti. L’Unhcr ha evidenziato di aver ricevuto sino ad oggi solo il 32 per cento delle risorse necessarie (700 mila dollari) per coprire i bisogni del 2013 nel solo Libano e ha denunciato che la situazione è destinata a peggiorare, dato che la diplomazia non è riuscita ad ottenere alcuna tregua.
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