Antonio Polito

Di Yasha Reibman
30 Settembre 2004
Va ringraziato il direttore del Riformista.

Va ringraziato il direttore del Riformista. Il quotidiano arancione sta chiedendo al governo italiano di proporre alle Nazioni Unite di riconoscere il terrorismo come crimine contro l’umanità. Se vi si riuscisse, è vero, non sarebbe molto, ma se si pensa al curriculum del Palazzo di vetro non sarebbe nemmeno così poco. Non è necessario risalire agli anni passati, all’infame equazione tra sionismo e razzismo o alla vergogna della conferenza di Durban presto tramutatasi in legittimazione dell’antisemitismo. Nel solo ultimo anno l’Onu ha condannato Israele con ventisei risoluzioni, ma non ne ha dedicata nemmeno una ai massacri in Sudan. Nemmeno una parola finora è stata spesa per condannare il terrorismo. Forte coi deboli e debole coi forti, la cinquantanovesima Assemblea generale ha respinto la possibilità di discutere della richiesta di Taiwan di far parte delle Nazioni Unite. è la dodicesima volta che questo avviene. L’Italia è stata tra i novantatrè paesi che hanno difeso la Cina e condannato alla non rappresentanza ventitre milioni di persone (tanti abitano nella piccola isola). Alla proposta di Polito e del Centro Simon Wiesenthal molti hanno aderito, ora tocca al governo.

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