
Anche Macron si è accorto che l’Ue deve darsi una calmata sulle misure green

Come i bibliomani che accumulano libri senza leggerli, fino a compromettere la propria salute mentale e le proprie relazioni sociali, da anni l’Unione Europea accumula norme, leggi, regole e misure in favore dell’ambiente e della transizione green senza, di fatto, metterle in pratica davvero perché sempre superate da nuove modifiche e integrazioni. Da parecchi mesi gli europarlamentari di centrodestra chiedono apertamente una moratoria all’eccesso di regolamentazione ambientale in quanto in contrasto con altri obiettivi più strategici dell’Unione. Al coro di popolari e conservatori, però, si è da poco aggiunta – a sorpresa – anche la voce di Emmanuel Macron.
Macron vuole una pausa sulle misure green dell’Ue
Il presidente francese ha chiesto infatti una «pausa normativa» sul tema: «Abbiamo già approvato molte normative ambientali a livello europeo, più di altri paesi», ha detto. «Ora dovremmo eseguire, non apportare nuove modifiche alle regole, o perderemo tutti i nostri attori industriali». Nessuno regolamenta sull’ambiente tanto quanto l’Europa, ha sottolineato Macron, neppure gli Stati Uniti, forse è il caso di darsi una calmata. L’uscita del presidente, fatta parlando a un gruppo di dirigenti industriali che chiedevano misure per invertire la deindustrializzazione e rilanciare la produzione francese, non cade certo nel vuoto: le proposte dell’Unione Europea di vietare alcuni pesticidi e di imporre ai governi di ripristinare foreste, zone umide e altri habitat, ad esempio, stanno incontrando l’opposizione dei popolari a Bruxelles.
Come nota il Wall Street Journal, «l’Europa non sta abbandonando del tutto le sue follie “net zero”, ma i politici stanno finalmente notando che l’eccesso di politiche verdi sta spingendo sempre più la produzione altrove». Ma il fatto che Macron sia in sintonia con il centrodestra europeo non è piaciuto a sinistra, i cui esponenti hanno criticato l’ambiguità delle parole del presidente francese, accusandolo di volere rallentare la lotta ai cambiamenti climatici e costringendo i funzionari dell’Eliseo a chiarire che Macron non stava attaccando alcun testo ambientale dell’Ue esistente o imminente: d’altra parte la narrazione progressista corrente per cui non si fa mai abbastanza per l’ambiente non può subire battute d’arresto.
Troppo green fa male
Scrive ancora il Wsj: «L’approvazione dell’Inflation Reduction Act negli Stati Uniti, piena di sussidi che solo Washington poteva pensare di permettersi, ha messo in luce la quasi impossibilità per l’Europa di organizzare sussidi adeguati. L’Ue tenterà di imporre una carbon border tax sulle merci importate per allentare la pressione competitiva sui produttori europei, ma forse i leader stanno iniziando a temere che nemmeno questo sarà sufficiente per salvare i posti di lavoro europei».
Macron sa che l’argomento sarà decisivo alle prossime elezioni europee e a quelle politiche interne, dove i timori della sinistra che possa vincere Marine Le Pen sono sempre più concreti, ma la sua proposta di mettere in pausa le politiche verdi invece di continuare compulsivamente ad accumularle è ragionevole (anche se i suoi eurodeputati sono quelli che più premono per misure green ancora più restrittive, fa notare Francois-Xavier Bellamy, eurodeputato francese del Ppe). Sarebbe il caso di farla diventare realtà.
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