Anche Costantino «gode di pessima stampa. Non parliamo di tolleranza ma di libertà religiosa»
«Totalmente ed esclusivamente di Costantino è il concetto di libertà religiosa secondo cui il diritto della divinitas di essere adorata come vuole fonda nei singoli la potestà di seguire la religione che ciascuno avesse voluto». La citazione è di Marta Sordi, recentemente scomparsa, una tra le più importanti storiche a livello mondiale e accademica dell’Università Cattolica di Milano. Il Centro culturale di Milano ha voluto riprendere la frase di Marta Sordi per introdurre l’incontro che si terrà questa sera alle 21 alla Sala di via S. Antonio, 5 Milano dove interverranno Gian Maria Vian, direttore dell’Osservatore Romano e Giulio Maspero professore all’università Santa Croce di Roma. Il titolo dell’incontro è “La svolta costantiniana. Persona e popolo nuovi protagonisti” e si darà rilievo all’Editto di Milano del 313 (celebrato in una mostra a Palazzo reale): non un atto di semplice tolleranza, ma di libertà. Il prof. Maspero afferma a tempi.it che «Costantino gode di pessima stampa, perché viene giudicato a partire dal presente, con parametri che non esisterebbero senza la svolta cristiana. Così succede che il cristianesimo venga presentato come contrario alla libertà, quando è grazie ad esso che la libertà è stata scoperta. Lo dice pure Roberto Benigni».
Professore, la provocazione dell’incontro di questa sera sta nel “liberare” Costantino dal concetto di tolleranza. Cosa significa?
Con Costantino il mondo iniziò ad essere pensato a partire dalla rivelazione del Dio uno e trino cristiano: il Primo principio cominciò ad avere un rapporto privilegiato non solo con qualcuno, l’imperatore ad esempio, ma con ogni uomo. Ognuno era fatto a Sua immagine, tutti erano liberi. Il Dio cristiano ama la libertà e ogni uomo, anche non cristiano, essendo stato creato da Lui, deve scegliersi da solo la propria religione. E lo Stato non può dire nulla se non proteggere questa scelta. E non solo tollerarla.
È la figura di Costantino ad essere controversa, non tanto le conseguenze della sua scelta.
Costantino ha dei limiti, ma non si può giudicare quell’epoca a partire dalla nostra. Se possiamo farlo è solo perché Costantino ha fatto quello che ha fatto. Costantino poi ha chiuso Nicea troppo presto, causando la tragedia della crisi ariana ma la stessa possibilità della crisi parla della sua grandezza. La libertà permette di affrontare i dubbi, la conversione dell’imperatore pone il problema del rapporto tra Dio e il mondo, di come deve guardarsi il mondo se il Creatore è uno e trino. Tutto il IV secolo sarà pieno di battaglie per chiarire se Cristo è la più grande delle creature o se è Dio, ma quelle discussioni sono possibili proprio grazie alla libertà religiosa e a Costantino.
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