Anche il ministro Fornero, prima di parlare di omofobia, dovrebbe dare un’occhiata a questi numeri

Di Carlo Giovanardi
15 Novembre 2012
Fornero ha deplorato la bocciatura della legge alla Camera. In base a quali dati? E perché «una violenza nei confronti di un omosessuale dovrebbe essere punita più gravemente di una violenza su una donna?»

Più o meno negli stessi giorni nei quali Domenico Crocetta, omosessuale dichiarato, conquistava la regione Sicilia mettendosi così alla pari di Nichi Vendola, omosessuale dichiarato, già eletto per due volte Presidente della regione Puglia, il ministro Elsa Fornero dichiarava in una sua nota: «Come ministro delle Pari Opportunità esprimo il mio profondo rammarico per la bocciatura in Commissione giustizia della Camera della proposta di legge contro l’omofobia e la transfobia». Aggiungeva poi il ministro: «Il riconoscimento della specificità dei reati di omofobia e transfobia rappresenta un principio di civiltà (…) per adottare misure adeguate per la protezione delle persone dagli intollerabili atti di violenza a sfondo omofobico e transfobico di cui purtroppo leggiamo quotidianamente».

Io non so cosa legga il ministro ma credo i membri del governo prima di parlare dovrebbero approfondire gli argomento di cui trattano.
Per quale ragione, infatti, una violenza nei confronti di un omosessuale dovrebbe essere punita più gravemente di una violenza, per esempio, nei confronti di una donna? L’unica risposta seria potrebbe essere un dilagare di episodi di omofobia o transfobia a fronte di una situazione di generale rispetto nei confronti delle donne.
Nel nostro paese le cose non stanno affatto così, come si evince dai dati che emergono dalla tabella della Direzione centrale della Polizia Criminale presso il ministero degli Interni.
Come si vede, infatti, circa il 90 per cento delle violenze sessuali coinvolge vittime di sesso femminile mentre soltanto il 10 per cento, compresi i casi di pedofilia, coinvolge vittime di sesso maschile, che non si sa se siano omosessuali.

Bene ha fatto pertanto il Parlamento a bocciare per l’ennesima volta il tentativo di stabilire per legge che sia meno grave violentare, percuotere o massacrare una donna rispetto ad un delitto analogo perpetrato nei confronti di un omosessuale.
Il principio che va viceversa esaltato è che il Codice penale deve punire con grande severità ogni tipo di violenza che venga esercitata nei confronti di qualsiasi persona umana, a prescindere dal sesso o dagli orientamenti sessuali.

Carlo Giovanardi è un senatore del Pdl

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8 commenti

  1. aruka

    già che ci siamo, mettiamo insieme nella stessa legge violenza sulle donne, violenza sugli omosessuali, violenza sui transessuali, violenza sui bambini, violenza sugli handicappati, violenza sui deboli, violenza sui malati ecc ecc….. ah, scusa, ma c’è già una legge simile. quindi non serve creare una casta a parte

  2. luigi lupo

    Giovanardi è il senatore che in recenti articoli sosteneva che anche la legge anticorruzione non andava fatta perchè i numeri gli dicevano che i casi erano pochi.
    Ora il senatore si domanda “Per quale ragione, infatti, una violenza nei confronti di un omosessuale dovrebbe essere punita più gravemente di una violenza, per esempio, nei confronti di una donna?” Basta leggere le parole del ministro e riportate nell’articolo per capire che il ministro parla di specificità, quindi mi chiedo ma il senatore ha capito cosa ha detto il ministro?.
    In ogni caso che nesso c’è tra la proposta di legge e i due governatori citati nell’articoli?
    Spero che nel prossimo parlamento Giovanardi non ci sia in quanto rappresenta il tipico caso di parlamentare che non ci ripaga dei soldi che gli diamo per la sua attività.

  3. Enrico

    La Fornero paga la tangente al conformismo del momento. Passerà.

  4. Roberto

    Si vuole inventare l’acqua calda. L’aggravante c’è già e si chiama “futili motivi”.
    Come sono evidentemente i motivi per cui un cretino picchia il gay solo perchè è gay.

  5. Andrew

    In realtà nella nostra legislatura esistono già delle aggravanti applicate alla violenza/discriminazione e sono determinate dalla “motivazione” che ha dato origine a tale violenza/discriminazione.
    Si tratta della legge Mancino che già prevede aggravanti per violenze/discriminazioni basate sulla razza, religione, etnia, sesso.
    Eppure nessuno si chiede perché una violenza nei confronti di un ebreo in quanto tale o di un nero in quanto tale debbano essere punite maggiormente.
    Inoltre, violenze a parte, vi sono forme discriminatorie che potrebbero essere punite solo con una normativa apposita: accesso al lavoro, licenziamenti, locazione immobili… etc

  6. Ogni violenza, indipendentemente dal sesso o orientamento, deve essere sempre e comunque condannata.
    La questione è chiedersi se per alcune persone possa esserci un’aggravante.
    Ieri a Roma alle manifestazioni ci sono stati gruppi che si sono portati davanti alla Sinagoga con insulti e sputi. Esiste un’aggravante per simili comportamenti? Una donna immigrata che si rifiuta di portare il burga o il velo e viene uccisa dal marito è “solo” un assassinio o esiste una motivazione in più? Ci sono casi di ragazzi omosessuali che subiscono derisioni, violenze di ogni genere come li consideriamo? E quelli che per vergogna arrivano a suicidarsi? Non esiste l’omofobia? Basta girare, se veramente se ne ha voglia di conoscere, su internet e ne troverete di casi. Provate a vedere il film “Prayers for Bobby” e storie simili.

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