
Amanti (e nidi di rondine) cinesi
In Cina la crescita economica ha portato effetti collaterali indesiderati. La corruzione governativa s’è fatta tanto rampante che stampa e Tv di regime danno molto risalto alle condanne (tra cui la pena di morte) inflitte ai funzionari (mai troppo in alto) colti con le mani in pasta. Pechino ha ordinato agli analisti di partito di scoprire quali siano i veri motivi per cui i funzionari si gettano nella gretta avidità personale. Gli studiosi cinesi hanno individuato un preciso elemento comune nei casi di corruzione governativi: le amanti. Nella maggior parte dei casi i colpevoli si sarebbero traviati solo per assecondare l’avidità di femmine senza pudore. I sociologi di Pechino non hanno dubbi: la debolezza non è nel sistema, specchio di perfezione morale, ma della novella Eva, che con le sue volgari profferte distoglierebbe il compagno Adamo dall’Eden del comunismo cinese. Ma qui non si tratta solo di ritorni di etica confuciana: pare che comunisti e moralisti siano sempre andati a braccetto. E non solo in Cina.
PS. Perché i pescatori tailandesi protestano contro i “nidi di rondine”? I “nidi di rondine” sono una leccornia della cucina cinese: si tratta di veri nidi fatti di un gel bianco prodotto dalle ghiandole salivatrici di piccoli pennuti esotici, che però non sono cinesi ma abitano alcune isolette tailandesi. Nel 1750 un mercante cinese offrì la propria moglie, figli, schiavi, proprietà e 50 casse di tabacco al re del Siam per avere il diritto esclusivo di raccogliere nidi in due isolette. Il re si accontentò del tabacco e da allora l’uso di concessioni di raccolta proseguì. Attualmente solo poche ditte possono raccogliere il prezioso alimento (9 tonnellate valgono circa 24 milioni di dollari), ma più con pratiche di pirateria che di normale impresa commerciale. Le ditte assoldano uomini armati con l’incarico di proteggere il raccolto dai ladri. Questo significa autorizzare a sparare a vista sui poveri pescatori che si avvicinano alle isole e che ora, non sapendo più dove andare a gettare le reti, muoiono di fame. Minacce anche per i turisti e per i poveri pennuti che rischiano l’estinzione per l’eccessiva raccolta.
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