Contenuto riservato agli abbonati
Altezza non proprio da manzo (1,56), una certa asimmetria degli occhi che rende intrigante il tondo del viso, Alvaro Vitali è l’unica maschera del cinema italiano dove il nome d’arte è diventato un marchio di fabbrica. Un po’ come Fantozzi ma in una versione senza soldi e con gigantesche pezze al culo che tentano, senza grande successo, di contenere flatulenze melodiose e dolcissime per orecchie e naso sopraffini.
Le sue epocali scoregge assieme alle triviali barzellette erano proprio l’elemento riconoscibile dei veri pierini che hanno imperversato per gli anni Ottanta nel nostro cinema, dopo un decennio di cinema pecoreccio a base di insegnanti che ballano e infermiere procaci.
Alvaro Vitali la quintessenza della romanità
Alvaro non era scemo, lo faceva, lo scemo, per soldi anche se negli ultimi anni mestamente ricordava che di soldi non era riuscito a farne abbastanza e comunque molto meno di altri scoreggioni finiti poi nella serie A del cinema italiano.
Alvaro l’aveva scoperto F...
Contenuto a pagamento
Per continuare a leggere accedi o abbonati
Abbonamento full
€60 / anno
oppure
Abbonamento digitale
€40 / anno