«È un minuetto triste. E l’epilogo è già scritto: Monti e Bersani vogliono solo allearsi. Sembrano sfidarsi, ma è solo cinema». Lo dice oggi il segretario del Pdl Angelino Alfano in un’intervista ad Avvenire, segnalando le parole di Enrico Letta che ieri ha avanzato l’ipotesi di un patto Pd-Monti dopo il voto. «Denunceremo agli italiani il patto scellerato – dice Alfano. La sinistra concederà molto alla politica economica del Professore. E in cambio Monti e la sua coalizione si piegheranno all’agenda zapaterista che proverà a imporre Vendola. Sarebbe una beffa, un’assurda beffa».
Alfano promette battaglia: «Chiederemo a chi non vuole consegnare il Paese a Bersani, Vendola e alla Cgil di reagire. Vedrete, lo farà chi ha a cuore il rilancio dell’economia. E lo farà chi non accetta che i valori vengano ridotti a merce di scambio». A proposito di “valori”, l’intervistatore chiede come si concili quest’ultima frase con le ultime uscite di Silvio Berlusconi che ha aperto alle unioni omosessuali. «Possiamo ampliare le tutele nei rapporti di coppia – risponde Alfano – senza smontare il codice civile, la Costituzione e soprattutto il diritto naturale: la famiglia è una sola: quella fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna. Per noi sarà sempre e solo così. L’agenda e le idee di Vendola credo, invece, siano differenti».
NIENTE INCIUCI. E se dalle urne non uscisse una maggioranza netta? Potrebbe ritornare una grande nuova larga coalizione?«Io punto a vincere, io non voglio pensare al dopo: sono con la testa immersa nella campagna elettorale. Sui nostri programmi, sui nostri valori, sulla nostra visione di Paese. Gli italiani chiedono linearità e la mia posizione è netta: le alleanze per il futuro passano solo dal voto degli italiani. Monti si candida solo con un obiettivo: governare con Bersani. O peggio trasformarsi in ruota di scorta qualora l’alleanza tra Pd e Sel non tenga. Noi scegliamo la trasparenza. Lavoriamo a un programma fiscale dettagliato per rilanciare l’economia, far respirare imprese e famiglie…».
SIAMO A POCHI PUNTI. Il segretario si dice convinto anche di un clamoroso recupero dei consensi: «Chi è rimasto deluso e si è rifugiato nell’astensione tornerà a votare Pdl». I sondaggi («i nostri, quelli di Alessandra Ghisleri») dicono che «noi siamo significativamente sopra il 30 e loro significativamente sotto il 40. Siamo separati da pochi punti. E la tendenza è a crescere».