
Alfano diserta il vertice con Bersani, Monti e Casini: «Non parlo di poltrone»
Tutto è nato da un’intervista del segretario Pdl Angelino Alfano al Tg5, dove annuncia che non si presenterà al vertice con Pier Luigi Bersani, Ferdinando Casini e Mario Monti: «Se lì mi devo incontrare per soddisfare sete di poltrone Rai o per far avvicinare Bersani con Vendola e Di Pietro sui temi della giustizia, sarebbe solo un teatrino della politica a cui mi sottraggo». E giù il finimondo. Monti minimizza: «Problemi tra partiti». “Del resto Alfano rassicura subito sulla fedeltà all’esecutivo: «Il pasticcio di oggi non è responsabilità di Monti: non verrà meno la nostra sfiducia nel governo»” (Corriere, p. 2).
“A Fabrizio Cicchitto non è piaciuta l’agenda: «Monti non fa una bella figura se si allontana dagli obiettivi principali. Questo è un governo che non deve mai dimenticare di essere tecnico. Il suo core business è l’economia. Altri temi possono essere rinviati a una seconda fase». Per Stefania Prestigiacomo si voleva procedere «alla spartizione delle poltrone Rai». Ignazio La Russa concorda” (Corriere, p. 2).
Il Pd si lamenta della scelta di Alfano, lo accusa di non voler parlare delle «norme contro la corruzione» e di considerare la televisione «un tabù». “Sono in molti a citare la questione Rai-Mediaset come motivo principale per il no al vertice. Parlando, nello specifico, della vicenda del «beauty contest», il dossier per l’assegnazione delle frequenze digitali, congelato dal governo. (…) Cicchitto smentisce con forza ogni collegamento: «Il beauty contest no c’entra nulla». Ma sullo sfondo c’è anche la vicenda Rai, il cui Cda scade a fine mese” (Corriere, p. 2).
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