Al fervore dei “migliori” non basta nemmeno la morte del cattivo

Di Berlicche
14 Maggio 2021
«Il re dei truffatori ha trovato l’ultima scappatoia: è scampato ai 150 anni di reclusione dopo averne scontati solo 12». “Solo”. Chi avrà scritto questo necrologio agghiacciante?
Bernard Madoff sfila davanti ai fotografi fuori dal tribunale di New York

Mio caro Malacoda, se sei tu il suggeritore, tutti i miei complimenti. Raramente avevo letto un necrologio così professionale, così apparentemente asettico nel distaccato racconto delle malefatte del morto, così formalmente oggettivo nella fattualità della descrizione degli eventi… e così disumano nella sentenziosità autogiustificantesi con l’acquisita autorevolezza dello scrivente.

Il fatto. Il 14 aprile 2021, a 82 anni, nel carcere federale di Butner (un piccolo paese della Carolina del Nord), dove era detenuto dal 2009, è morto Bernard Madoff. Madoff era diventato famoso per la colossale truffa ai danni dei risparmiatori – tra cui molti vip – che avevano affidato a lui i suoi risparmi, allettati dagli alti rendimenti che prometteva e che fino a un certo punto aveva loro corrisposto. Poi tutto è saltato. Il suo fondo era un gigantesco schema Ponzi. I soldi non venivano mai investiti, semplicemente usava il denaro che via via gli arrivava da nuovi investitori per liquidare gli interessi a quelli più vecchi. «Madoff – scrive l’estensore del lungo necrologio apparso su un quotidiano nazionale italiano – semplicemente rubava i soldi ai suoi clienti e riciclava i loro fondi per far funzionare il sistema. Non era nient’altro che un furto». Perfetto, chiaro, inappuntabile. Si è trattato in tutto e per tutto di una frode «straordinariamente malvagia» di 65 miliardi di dollari.

Preciso, minuzioso, asettico

Arrestato l’11 dicembre 2008, Madoff viene portato a processo e condannato a 150 anni di reclusione. Il necrologio entra nei particolari. Durante il processo «il re dei truffatori di Wall Street si è rivolto all’aula, guardando alcune delle sue vittime, e ha detto: “Mi dispiace. So che non serve a nulla”». Poi, rivolto alla corte: «Ho causato enormi sofferenze e dolore, lo capisco. […] Vivo in uno stato di tormento sapendo tutto il dolore e la sofferenza che ho provocato. Come hanno detto alcune delle mie vittime, ho lasciato un’eredità di vergogna alla mia famiglia e ai miei nipoti».

Il necrologio ci informa anche che lui e la moglie tentarono il suicidio con i sonniferi la vigilia di Natale del 2008. Che il figlio Mark si è impiccato il 10 dicembre 2010. E che nel 2014 il figlio Andrew è morto di cancro.

Preciso, minuzioso, asettico. Informativo. E poi il gran finale: «E ora Bernie Madoff, il patriarca del furto, ha trovato un’ultima scappatoia, un’ultima scorciatoia nella sua travagliata carriera: è scampato ai 150 anni di reclusione dopo averne scontati solo 12».

Caro nipote, tu sai che pellaccia io sia e di quali cattiverie sia capace. Ma a scrivere, cioè pensare e ponderare una frase siffatta, non ci sarei mai riuscito. Che già è agghiacciante il detto. Ma più ancora lo è il non detto, il supposto e facilmente supponibile.

Il detto è ben sintetizzato dal titolo a tutta pagina: “L’ultima fuga di Bernie Madoff, addio al più grande truffatore della storia”. La morte – «per cause naturali», non un suicidio – come fuga. Fuga dal carcere, l’evasione contro cui nessuna sbarra, nessun secondino e nessun sistema di sorveglianza può nulla. Né inseguimento può avere successo. 

Ma il capolavoro è tutto in quell’avverbio, “solo”. A 82 anni aveva scontato “solo” 12 anni dei 150 comminatigli. È uscito a neanche un dodicesimo della pena. Non ha pagato abbastanza, ecco il non detto. Avrebbe dovuto vivere sino a 220 anni per estinguere il debito accumulato con le sue vittime. 

Non un giorno di meno

Occhio per occhio, dente per dente. Madoff ha finito gli occhi, i denti, le dita delle mani, quelle dei piedi, polmoni, stomaco, intestino, cuore… è morto in carcere. Non basta. Gli è andata bene. Il codice penale italiano dice che la morte del reo se avviene prima della condanna estingue il reato, se sopraggiunge dopo estingue la pena. Ma vorrai mica parlarmi di civiltà del diritto! Sai che non provo pietà per nessuno, né la chiedo alle vittime di Madoff, ma quando riesco a portarne uno all’inferno mi acquieto. Il brillante giornalista invece non si dà pace: 150 anni doveva marcire in carcere Madoff: 57.750 giorni, non uno di meno. Sembra quasi che gli dispiaccia che nei “soli” 12 anni di galera Madoff non l’abbiano neanche torturato.

Chi è? Il simpatico Alan Friedman. Che dopo un’onorata carriera non è sfuggito alla profezia del Nostro Nemico: prima o poi i segreti pensieri di molti cuori vengono svelati.

Tuo affezionatissimo zio
Berlicche

Foto Ansa

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