Addio Angry Birds, adesso sul tram si gioca a Ruzzle (ma attenti alla fermata)

Di Paola D'Antuono
09 Gennaio 2013
È l'app del momento. In due minuti bisogna scovare più parole possibili all'interno di un quadrato pieno di lettere. La sfida è con gli amici di Facebook o con un avversario sconosciuto

Essere inventori di app al giorno d’oggi è un lavoro complicato. In giro ce ne sono centinaia, migliaia, milioni. Moltissimi i giochi e alcuni di loro – leggere alla voce Angry Birds – hanno creato dipendenza. Ma nel periodo delle festività natalizie, quatta quatta, si è fatto largo tra i cuori dei possessori di smartphone un’applicazione nata nella fredda Svezia. Il suo nome è Ruzzle ed è una sorta di Scarabeo versione 2.0. L’utente, una volta scaricata l’app su Android o iPhone, si trova davanti un quadrato con una manciata di lettere: l’obiettivo è trovare più parole possibili in due minuti.

PAROLIERE. Banale? Forse, ma la vera rivoluzione di Ruzzle sta tutta nella sua modalità di gioco. L’utente può decidere se giocare con un avversario a caso, sfidare i suoi amici di Facebook che hanno già scaricato l’app, i followers di Twitter oppure amici invitati tramite mail. Il bello del gioco sta proprio qui: trascorsi i due minuti l’utente scopre quanti punti ha totalizzato l’avversario. Alla fine dei tre turni si elegge il vincitore della partita. Il perdente, però, può anche chiedergli la rivincita.

SOCIAL. L’aspetto social ha permesso di far scoppiare il fenomeno Ruzzle, che conta nel mondo dieci milioni di estimatori e da giorni è in cima alle classifiche delle app più scaricate. Il gioco è gratuito ma c’è la possibilità di acquistare la versione Premium che permette di controllare le statistiche e di giocare contro il computer, una modalità che ha sempre generato tristezza e che sta lentamente scomparendo. L’unico rovescio della medaglia sta nella concentrazione. Ruzzle crea dipendenza immediata perciò accettate un consiglio: non giocateci sul tram o in treno, potreste finire in un altro quartiere o addirittura in un altra città (e questa è una storia vera).

 

@paoladant

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