«Dopo l’accordo Cina-Vaticano è peggiorata la condizione dei fedeli»

Di Leone Grotti
10 Gennaio 2020
L'ultimo rapporto dalla commissione esecutiva del Congresso americano sulla Cina parla del peggioramento della persecuzione religiosa: «Come durante la Rivoluzione culturale»
cina vaticano

«La situazione dei diritti umani è peggiorata in Cina nell’ultimo anno e lo stato di diritto è peggiorato ancora». È quanto si legge nell’ultimo rapporto sugli abusi dei diritti umani nel Dragone redatto dalla commissione esecutiva del Congresso americano sulla Cina.

L’ACCORDO CINA-VATICANO

Il rapporto della commissione, che copre il periodo che va dall’agosto 2018 all’agosto 2019, registra in particolare un deterioramento delle condizioni della libertà religiosa. Nel rapporto si legge in particolare che

«dopo che il ministero degli Esteri cinese ha firmato un accordo con la Santa Sede nel settembre 2018, spianando la strada all’unificazione delle comunità cattoliche ufficiali e sotterranee, le autorità locali cinesi hanno sottoposto i fedeli in Cina a una persecuzione crescente demolendo chiese, rimuovendo croci e continuando a imprigionare il clero sotterraneo. Le organizzazioni religiose nazionali guidate dal Partito hanno anche pubblicato un piano per “sinicizzare” il cattolicesimo in Cina».

SOTTOMISSIONE AL PARTITO COMUNISTA

La persecuzione religiosa in Cina nell’ultimo anno è stata tale che, si legge nel rapporto, «studiosi e gruppi internazionali per la difesa dei diritti l’hanno descritta come la più grave a livello di intensità dai tempi della Rivoluzione culturale». I nuovi regolamenti che le religioni devono seguire, al pari delle azioni più violente contro la libertà dei fedeli, sono stati adottati nel nome della «sinicizzazione», «una campagna che mira a portare le religioni in Cina sotto lo stretto controllo governativo e in linea con l’interpretazione ufficiale della cultura cinese». In una parola: sottomissione totale al Partito comunista.

Nel rapporto non si considera poi che la situazione è già ulteriormente peggiorata. L’1 febbraio, infatti, entreranno in vigore nuovi regolamenti a cui tutti i gruppi religiosi in Cina dovranno rifarsi. Come riporta AsiaNews, «ogni aspetto della vita delle comunità religiose – dagli insegnamenti, ai raduni, ai progetti annuali e quotidiani – è sottomesso ad approvazione dal dipartimento per gli affari religiosi del governo. Oltre al controllo capillare di ogni mossa delle comunità, le nuove misure esigono che il personale religioso sostenga, promuova e attui fra tutti i membri delle loro comunità una sottomissione totale al Partito comunista cinese». L’articolo 5 delle «misure amministrative» ribadisce in particolare che «le organizzazioni religiose devono aderire alla leadership del Partito comunista cinese, osservare la costituzione, le leggi, i regolamenti, gli ordinamenti e le politiche, aderire al principio di indipendenza e di auto-governo», che nel caso della Chiesa cattolica significa nel concreto obbedire a Pechino e non al Papa, «aderire alle direttive sulle religioni in Cina, attuare i valori del socialismo».

@LeoneGrotti

Foto Ansa

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