Abusi. Oggi comincia il processo di appello del cardinale Pell

Di Redazione
05 Giugno 2019
I legali di Pell sosterranno innanzitutto che la sentenza di primo grado è «irragionevole». Il verdetto potrebbe arrivare già venerdì
epa07397775 Cardinal George Pell (C-L) leaves the County Court in Melbourne, Australia, 26 February 2019. Australia's most senior Catholic Cardinal George Pell was found guilty on five charges of child sexual assault after an unanimous verdict on 11 December 2018, the results of which were under a suppression order until being lifted on 26 February 2019. EPA/DAVID CROSLING AUSTRALIA AND NEW ZEALAND OUT

Oggi e domani si svolgerà il processo di appello del cardinale George Pell, condannato in primo grado a sei anni e mezzo di carcere per abusi sessuali su minorenni. Tre giudici della Corte suprema dello Stato di Victoria, in Australia, dovranno decidere se confermare la condanna, prosciogliere l’ex arcivescovo di Sidney oppure ordinare l’istruzione di un nuovo processo. Il primo, come sottolineato più volte, è stato pieno di falle e punti oscuri.

I legali di Pell sosterranno innanzitutto che la sentenza di primo grado è «irragionevole». La giuria che ha condannato il cardinale, infatti, «non può essere stata soddisfatta oltre ogni ragionevole dubbio basandosi solo sulla singola testimonianza di un querelante contro “le prove discolpanti e non smentite” fornite da oltre 20 testimoni», secondo la difesa.

IL VERDETTO

L’esperto di Diritto australiano Jeremy Gans, intervistato dalla Cnn, ha dichiarato che questo argomento ha «buone probabilità» di successo in appello. I legali del querelante non hanno infatti mai contraddetto i teste della difesa, che hanno scagionato Pell. Se la sentenza sarà riconosciuta «irragionevole», il cardinale sarà assolto. Se i giudici accoglieranno invece accolti gli altri due argomenti della difesa, ci sarà un nuovo processo.

La giuria potrebbe emettere il verdetto già venerdì oppure nel giro di poche settimane insieme alle motivazioni. Sia l’accusa che la difesa, in caso di sentenza sfavorevole, potranno ricorrere in ultima istanza all’Alta corte, il massimo grado di giudizio in Australia.

Foto Ansa

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