Ma l’America dem ha già preparato il futuro post Roe

Di Caterina Giojelli
04 Maggio 2022
Dall'Illinois alla California, dal Colorado a Washington, ecco gli stati che a prescindere dalla sentenza della Corte suprema fanno a gara per diventare gli hub dell'aborto per tutto il paese

«Quando la donna ha chiamato Planned Parenthood per programmare il suo aborto, Alexandria Ball ha preso il telefono e ha spiegato esattamente cosa sarebbe successo. Ball e le sue colleghe le avrebbero prenotato il biglietto dell’autobus per l’Illinois. L’avrebbero ospitata in un albergo. Aiutata a trovare finanziamenti per il suo aborto. E avrebbero pagato per far venire suo figlio di 15 anni. “È un sogno?” chiese la madre incinta del Missouri».

In fuga dal Missouri per un aborto

A fine marzo il Washington Post ha raggiunto il confine tra Missouri e Illinois dove un call center «unico nel suo genere» aperto a dicembre da Planned Parenthood sta gettando le basi del futuro “post Roe”: lavorare ai confini, diventare un hub dell’aborto per le donne provenienti dal sud e dal Midwest a guida repubblicana. «Tranquilla, ci pensiamo noi», ripetono alle donne in fuga dal Missouri verso la loro nuovissima clinica a Fairview Heights, dove si eseguono aborti fino alla 26esima settimana, attirando donne provenienti da molti altri stati in cui la soglia per interrompere la gravidanza è ben più bassa, e si lavora a trovare finanziamenti per viaggi e procedure di chiunque chiami.

L’Illinois non è il solo stato che ambisce a diventare il rifugio delle interruzioni di gravidanza. Da mesi gli Stati a guida democratica si stanno organizzando come se lo scoop di Politico fosse cosa certa, dando per scontato il ribaltamento della Roe V Wade da parte della Corte Suprema nel caso del secolo – Dobbs v. Jackson Women’s Health Organization in Mississippi – e la fine delle interruzioni di gravidanza come diritto costituzionale.

«Diventeremo il santuario dell’aborto»

«Diventeremo il santuario dell’aborto», dichiarava a dicembre il governatore della California Gavin Newsom. Il California Future of Abortion Council – un gruppo di oltre 40 organizzazioni tra fornitori e gruppi di sostegno all’aborto, tra cui Planned Parenthood, Black Women for Wellness Action Project e Aclu – ha già pubblicato un elenco di 45 raccomandazioni per esortare governo e democratici a offrire finanziamenti, rimborsi, premi per chiunque cerchi o eroghi aborti a donne in fuga dagli stati conservatori. Nel piano è prevista l’estensione di rimborsi per l’erogazione dei servizi del Medicaid (che già include il pagamento delle ivg per residenti a basso reddito) anche alle donne provenienti da altri stati.

Le cliniche di Planned Parenthood hanno già aumentato la forza lavoro con l’obiettivo di richiedere ulteriori finanziamenti per offrire borse di studio a studenti di medicina che si impegnino a offrire servizi di aborto nelle aree rurali, aiutarli a pagare i prestiti studenteschi e assistendoli con premi assicurativi mensili per responsabilità civile.

L’estrema legge del Colorado

Nello stato di New York il procuratore generale Letitia James ha fatto richiesta di un fondo dedicato a fornire risorse, servizi di aborto, trasporto e alloggio per le donne di tutto il paese. In Colorado è stata promulgata una legge che impedisce agli enti pubblici di negare o limitare il diritto di una donna ad interrompere la gravidanza in qualunque momento. L’Oregon ha stanziato 15 milioni di dollari per aumentare la forza lavoro, espandersi e rimborsare il viaggio alle donne in cerca di aborto dagli altri stati.

A Washington il governatore dem Jay Inslee ha messo la firma a un provvedimento di segno contrario alla legge texana, vietando allo stato di intraprendere qualsiasi azione legale contro chi riceve un aborto o chi aiuta le persone ad ottenerlo. Leggi che liberalizzano o sanciscono esplicitamente la legalità dell’aborto nel diritto statale sono entrate in vigore anche negli stati blu del Connecticut, Delaware, Hawaii, Maine, Maryland, Massachusetts, Nevada, New Jersey, Rhode Island, Vermont e Distretto di Columbia.

La rete dell’aborto autogestito

Complice l’abolizione delle restrizioni sulla pillola abortiva volute dall’amministrazione Biden c’è poi una rete clandestina cresciuta nei mesi della pandemia e alimentata da doule, ostetriche e praticanti la medicina alternativa. Ne ha documentato l’esistenza l’Atlantic, partecipando a sconcertanti sessioni in presenza (su una spiaggia) o online per imparare l’aborto autogestito a mezzo farmaco o con dispositivi Del-Em, «discreti, economici e veloci».

Decine di associazioni abortiste stanno organizzandosi con flotte di furgoni “piccoli, poco appariscenti a prova di proiettile” per eseguire aborti al loro interno e raggiungere le diaspore dei “profughi dell’aborto” come quelle che si stanno verificando dal Texas. A prescindere da qualunque decisione della Corte Suprema, democratici e pro-choice hanno già apparecchiato il “futuro post-Roe”.

Foto Ansa

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