A Natale tutti più buoni. Ma il più buono di tutti dev’essere il panettone
Una versione di questo articolo è contenuta nel numero di settembre 2019 di Tempi. Attenzione: di norma l’accesso agli articoli del mensile è riservato agli abbonati. Clicca qui per abbonarti a Tempi.
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A Natale, si dice, ci si sente tutti più buoni. Ma per chi giustamente diffida dei sentimenti (soprattutto se buoni), il Natale è il momento della bontà, certo, purché sia bontà concreta, reale, da toccare con mano, gustare col palato, condividere con gli amici. Tocca perciò tornare per forza alla Pasticceria Giotto della casa di reclusione Due Palazzi di Padova e ai suoi panettoni, che non sono soltanto buoni: sono buoni due volte.
Come vi abbiamo raccontato nel numero del luglio scorso, infatti, da quando Pasticceria Giotto è entrata nel carcere di Padova, là dentro «si sfornano grandissimi panettoni artigianali ma soprattutto uomini nuovi». Quanto agli uomini nuovi, speriamo di aver reso l’idea con il racconto dell’incursione di Tempi al Due Palazzi. Qui basterà ricordare che, a fronte di una media italiana dell’80 per cento di ex detenuti che una volta fuori tornano a delinquere, la recidiva per i carcerati che hanno lavorato nei laboratori Giotto è mediamente del 5 per cento. Se non è una cosa buona questa…
È sulla bontà dei prodotti di Pasticceria Giotto che forse non ci siamo dilungati a sufficienza. Perciò qui vediamo di rimediare, a costo di sembrare un pelino fissati. Se non bastasse l’autorevole imprimatur di ben due papi (sia Benedetto XVI sia Francesco, infatti, hanno scelto i panettoni del carcere di Padova come regalo di Natale ad amici e collaboratori), a certificare la bontà dei Dolci di Giotto c’è una lunga lista di riconoscimenti, alcuni dei quali anche ribaditi più volte. Da una decina d’anni, per dire, il panettone artigianale prodotto dai carcerati del Due Palazzi è nella top ten del Gambero Rosso, che per altro per stilare la sua classifica fa realizzare ai suoi esperti (massimi esperti) degustazioni alla cieca: no favoritismi, vince la bontà.
Poi si può menzionare – solo per limitarci ai titoli noti ai più – il triplice premio d’eccellenza attribuito dal Merano WineFestival 2018, il premio “miglior pasticceria d’Italia” 2013 assegnato dal Gastronauta Davide Paolini, il premio “Sua Eccellenza Italia 2012”.
Settantadue ore di lavorazione, delle quali ventiquattro di lievitazione, ingredienti selezionatissimi, tutto rigorosamente eseguito a mano dai quaranta carcerati regolarmente assunti e stipendiati dalla cooperativa sociale Work Crossing e scrupolosamente seguiti nel lavoro da autentici maestri pasticceri.
Ceste personalizzate
Il gusto del panettone Giotto è uno di quei piaceri che restano impressi. Ma non lo diciamo noi che siamo fissati, meglio far parlare direttamente il giudizio del Gambero Rosso:
«Uno dei più buoni panettoni in vendita nel mercato italiano», «alto e privo di glassa, con la cupola chiara ambrata, è un signor panettone d’antan, austero ed elegante, classico nei profumi e nel gusto, un campione di morbidezza, dalla struttura dorata sofficissima», «sapore armonico, dolcezza non sparata, aromi pannosi e agrumati, struttura arrendevole e fondente».
Perfetto. Manca solo una parola che invece al Due Palazzi si sente pronunciare spesso: “gourmet”. Gourmet come il panettone, fortissimamente gourmet come tutto il bendiddio che Pasticceria Giotto abbina al panettone nelle sue composizioni natalizie. Le ceste possono essere personalizzate nelle dimensioni e nella varietà in base alle preferenze e alle esigenze di budget del committente. Quello su cui nel carcere di Padova non si transige è la massima qualità e l’assoluta artigianalità di tutti i prodotti.
Regali di Natale
Massima qualità anche per quanto riguarda il servizio: accompagnamento del cliente, precisione e puntualità nella consegna anche per grandi numeri. Non sono molte in Italia le pasticcerie artigianali in grado di garantire lo stesso. Quelli di Pasticceria Giotto si vantano di non aver mai rovinato le feste a nessuno: ogni settore, compresi commerciale e logistica, sono presidiati da professionisti con esperienze pluriennali in azienda.
D’accordo, ma quanto potrà mai venire a costare tutto ciò? Dice ancora il Gambero Rosso a proposito del panettone Giotto: «Miglior rapporto qualità/prezzo».
A questo punto il lettore domanderà: ma perché vi mettete a parlare di panettoni a settembre? Perché settembre è il mese in cui i panettoni Giotto “vanno” di più. È in questo periodo che le imprese, soprattutto le grandi, si organizzano per fare i regali di Natale a dipendenti, clienti e fornitori. E proprio il mondo “business” rappresenta ormai da tempo una fetta molto importante della clientela di Giotto. Qualche esempio? Samsung, Louis Vuitton, Sheraton. Nomi e marchi di caratura internazionale che si servono qui da anni. Un motivo ci sarà, ed è lecito dubitare che sia appena l’impulso dei buoni sentimenti. C’entra di più la bontà del panettone, oltreché quella dell’opera.
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