Milano è un po’ più grande della via Gluck

Di Bottarelli Mauro
20 Dicembre 2007
Il sindaco Letizia Moratti e la sua città, «radicata nella tradizione, ma capace di cambiare». Malpensa, Expo 2015, l'inchiesta a suo carico. E un sms a Prodi

«Sono d’accordo. è una priorità, quella del federalismo fiscale, che ho sottolineato anche in Senato, quando sono andata a riferire in Commissione sul tema delle autonomie locali. Abbiamo bisogno di un federalismo fiscale che colleghi il livello di responsabilità alle risorse, un federalismo molto spinto». Così Letizia Moratti, sindaco di Milano, nel suo ufficio di Palazzo Marino prima della pausa natalizia. Anche per il primo cittadino milanese, quindi, l’accelerazione sul federealismo promossa da Formigoni e Galan e raccolta da Tempi appare sacrosanta e inderogabile. A meno di non voler continuare a mettere piombo sulle ali della parte più produttiva del paese.
Sono molte le priorità che la Moratti vuole sottolineare, non ultima quella legata alle polemiche innescate da Adriana Celentano contro la “Milano dei grattacieli e degli architetti”. «Milano è una città che ha nella propria caratteristica l’innovazione e il cambiamento: è una città radicata alla tradizione e capace di cambiare. A livello culturale, politico ed economico Milano è sempre stata all’avanguardia. Anche dal punto di vista dello sviluppo della città, Milano, pur mantenendo il suo spirito originario a livello urbanistico, deve svilupparsi e cambiare. Penso che la presenza in città di architetti come Massimiliano Fuksas e Norman Foster, solo per citarne due, mostri come in questa città ci sia un’attenzione enorme per lo sviluppo armonico. C’è un accordo con le Ferrovie per la riqualificazione di un’area di un milione di metri quadrati, metà dei quali sarà verde. Non mi pare un esempio di poco rispetto per le tematiche ambientali. C’è un piano di riqualificazione delle cascine e questo mi sembra un esempio di tutela della Milano storica. E poi, come si dice a Milano, è il caso che ognuno faccia il suo mestiere».
Milano ha ben altri problemi a cui far fronte, primo dei quali la sicurezza. Cosa chiede al ministro Giuliano Amato?
Chiedo un serio decreto legge, un pacchetto sicurezza come già chiesto decine di volte da noi sindaci delle grandi città che abbia alcuni punti chiari e qualificanti: la certezza della pena, una banca dati del dna per i pregiudicati come in Gran Bretagna, più rigore contro la prostituzione, una norma chiara che distingua lo spaccio dal consumo degli stupefacenti affinché non si lasci il potere discrezionale alla magistratura, aumento delle pene per reati come truffe agli anziani, sfruttamento dei minori per accattonaggio, violenze sessuali. In risposta dal governo abbia avuto cinque disegni di legge.
Altra emergenza è quella legata al futuro di Alitalia e quindi di Malpensa e Sea.
La non valorizzazione di Malpensa significa la regionalizzazione di Alitalia. Fiumicino non è un hub. La percentuale di passeggeri in transito (vero indicatore di un hub) da Malpensa è del 34 per cento, Fiumicino è al 26 per cento. Malpensa è stato votato l’aeroporto più puntuale del 2007, ha vinto il premio excellence e significa un’area di riferimento che rappresenta il 31 per cento del pil, il 47 per cento dell’import e il 41 per cento dell’export. Il tema non è Malpensa, ma il sistema paese: non avere Malpensa non significa che la gente invece che a Milano andrà a Roma, ma a Francoforte, Parigi, Monaco, Zurigo. Questo piano è la morte di Alitalia oltre che di Malpensa. Comunque sia, noi stiamo lavorando a un piano alternativo per la valorizzazione di Malpensa al di là di Alitalia: ci sono già soggetti molto interessati con cui stiamo discutendo, abbiamo sul tavolo offerte concrete di vettori importanti.
Si è scatenata una mezza rivolta contro Ecopass, il ticket d’ingresso. Cosa vuole dire ai milanesi per “tranquillizzarli”?
Penso che i milanesi, come emerge anche dai sondaggi che abbiamo fatto, abbiano capito che Ecopass è solo uno dei 30 provvedimenti (altri sono il potenziamento del trasporto pubblico e il teleriscaldamento) con cui vogliamo tutelare la salute dei cittadini e fronteggiare l’inquinamento. Ecopass interviene su un punto specifico, il pm10, generato quasi esclusivamente dal traffico. Vogliamo disincentivare i mezzi inquinanti, non tutti i mezzi: a Londra si fa pagare chiunque entra, a Milano solo chi inquina.
L’Expo è un’altra grande sfida per Milano. Cosa può dirci dopo questo primo round?
L’Expo fa bene a Milano, la rende nuovamente un polo attrattivo. Molti hanno già deciso di investire in città, ad esempio le due più importanti banche giapponesi che hanno aperto delle sedi a Milano. Abbiamo avuto un incremento del turismo del 13 per cento. Questa attività di promozione, quindi, sta già dando i suoi frutti. Se poi avremo l’Expo potremo contare su 14,5 miliardi di euro di investimenti di cui 10 solo per le infrastrutture: quindi, progetti che lasceremo in eredità alla città per il futuro.
Berlusconi ha svelato il nome del nuovo partito, il Popolo delle libertà, e subito gli alleati della ex Cdl si sono agitati. Quale sarà il futuro del centrodestra?
Il centrodestra è vissuto del contributo delle sue varie componenti ed è chiaro che, come in ogni periodo di transizione, si passi per un momento di crisi. Penso che la situazione sia destinata a ricomporsi perché sui valori fondanti il centrodestra non è mai stato diviso.
Per quanto riguarda l’inchiesta che la vede indagata presso la procura di Milano come si sente?
Molto serena. Ho grande rispetto della magistratura con la quale collaboriamo attivamente. Credo che ciò che abbiamo fatto è nell’interesse dei cittadini: una riorganizzazione che ha cominciato a dare alcuni risultati positivi. Siamo l’unica città che ha cominciato ad abbassare le tasse, che sono scese del 4,2 per cento negli ultimi due anni a fronte di un incremento nazionale dell’8,5 per cento. E questo nonostante abbiamo avuto circa 70 milioni di euro in meno dallo Stato negli ultimi due anni e abbiamo comunque investito, solo in spese correnti, 94 milioni in più per servizi, dalle politiche sociali alla casa alla sicurezza. Senza questa riorganizzazione risultati simili non sarebbero stati possibili: risparmiando abbiamo potuto stanziare più fondi per i cittadini.

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