
A proposito della preghiera per la conversione di noi ebrei
Tanto rumore per nulla? Oppure il Vaticano sta reintroducendo la preghiera per la conversione degli ebrei? Papa Ratzinger ha scritto una lettera apostolica in forma di “Motu proprio”. Con questa dà la possibilità, ai fedeli che lo chiederanno, di assistere alla Messa in latino. Un passo di riconciliazione con quanti avevano questo desiderio. La versione del Messale sarà quella di Giovanni XXIII, il pontefice che tolse l’espressione “perfidi giudei”, ma lasciò la preghiera per la conversione degli ebrei. Questa veniva celebrata durante il Triduo Pasquale e, dopo il Concilio Vaticano II, è stata profondamente modificata da Paolo VI nella Messa in italiano, francese eccetera. Anche da questa decisione storica è nato il dialogo tra ebrei e cattolici fino alla visita di papa Giovanni Paolo II alla sinagoga di Roma e al Muro del Pianto. Ora, hanno detto che la scelta di Benedetto XVI riaprirà le porte alla preghiera per la conversione degli ebrei e questo ha scatenato una serie di reazioni. Tutto chiaro? Non esattamente. Il “Motu proprio”, nell’art. 2, esplicitamente esclude che, nelle Messe “senza popolo”, si possa utilizzare il Messale latino durante il Triduo Pasquale. Dunque, sembrerebbe non esserci alcuna possibilità per la preghiera “incriminata” e resterebbe il dubbio su chi abbia diffuso ai giornalisti un’interpretazione così inesatta, insinuata magari proprio per infangare il Papa. Tutto chiaro? Forse sì, ma a una prima lettura di “Motu proprio” non si capisce cosa succeda nelle “messe con il popolo”.
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