Se le balle multiculturali cominciano dai cartoni

Di Valenti Annalena
12 Aprile 2007

I cartoni animati insistono su questa storia dell’amore che supererebbe ogni barriera corallina e che renderebbe uguali gli uomini agli animali. Infatti, siamo bestie o siamo esseri umani, cosa insegnano i precettori digitali dei nostri bambini se non che siamo un po’ tutti “figli dei fiori”? Già, l’orso è la parte migliore di noi. E il leone scappato dallo zoo dove l’ha rinchiuso la parte peggiore di noi, tornato nella giungla vive felice e invece di mangiarsi la zebra, quasi quasi ci fa una coppia di fatto. Insomma, così come nelle serie tv per adulti tipo NCIS il simpatico medico legale è figura dell’anestesia con cui provano a curarci lo stress della vita moderna, i cartoni animati tipo Koda o Madagascar sembrano studiati apposta per insegnare ai più piccoli le prime balle della religione multiculturale. È per questo che evito di lasciare le bambine da sole davanti al televisore senza almeno la presenza di Giovannino, il più piccolo, cinque anni, che lui il leone vuole vederlo azzannare la zebra, altrimenti, dice, «mamma, ma è una femmina?».

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