Buttiglione a Torino è dato perdente. E Chiampa trema

Di Pianta Mauro
18 Maggio 2006

La strega (cattolica) è tornata nella “città del Diavolo”. Eh sì, Rocco Buttiglione, proprio lo stesso filosofo udiccino messo al rogo dagli europarlamentari per il reato di pensiero cattolico in materia di omosessualità, ha scelto di fare una rimpatriata nella “sua” Torino, dove ha studiato negli anni del liceo e dell’università. Con una missione: scalzare il ds Sergio Chiamparino dalla poltrona di sindaco. Poco probabile, osservano gli esperti, visto che il Chiampa può contare sull’effetto Olimpiadi e sull’appoggio di Stampa e Repubblica, oltreché su un vantaggio di 15 punti destinato a crescere da quando Sergio il riformista ha sottoscritto l’accordo per l’ingresso in giunta, in caso di vittoria, di Rifondazione comunista. «Epperò – avverte Rocco con l’immancabile sigaro tra i denti – aspettate a vendere la pelle dell’orso. Anche alle politiche i sondaggi davano la Cdl per spacciata e invece.». In effetti l’arrivo di Buttiglione in città ha suscitato non pochi nervosismi nell’Unione. Soprattutto intorno al Gay Pride: Marco Calgaro, vicesindaco della Margherita e numero uno della lista Ds-Dl per Chiamparino, si è opposto al passaggio in centro del corteo previsto per giugno, guadagnando le critiche dei Ds e la solidarietà dello sfidante. «Chiamparino – attacca Buttiglione – è stato molto abile nel vendere l’immagine di una città perfetta che però non esiste: microcriminalità dilagante, spacciatori anche in centro, sporcizia, gestione inadeguata del dopo Olimpiadi, spregiudicata creazione di carrozzoni pubblici per favorire gli amici, protettorati culturali. In 5 anni hanno costruito 4 asili nido. Occorre una svolta: dobbiamo liberare e sostenere le tante energie della città, non solo le élite. Torino potrà ritornare capitale puntando sull’arte, sulla cultura, sui servizi e sulla ricerca».

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