
Gli Usa vorrebbero riarmare i samurai che disarmarono
Tokyo. Il sempre più insistente imporsi della Cina come potenza mondiale anche dal punto di vista militare, l’atomica della Corea del Nord; le tensioni vecchie (Taiwan) e nuove (controllo e sfruttamento dei giacimenti di gas naturali) nel Mar della Cina, i movimenti islamisti nel sud-est asiatico e infine le varie esperienze e conseguenze legate all’impegno in Asia centrale (Afghanistan) e MedioOriente (Irak); tutto questo ha indotto gli americani a riconsiderare il tipo di dispiegamento militare che avevano impostato e al contempo l’importanza data al sostegno dei paesi alleati.
In quest’ottica è in corso una sostanziale ristrutturazione delle forze americane in Asia orientale. Allo stesso tempo si fa pressante la richiesta americana di un più sostanziale impegno militare da parte del Giappone. Da questo punto di vista il governo Koizumi si è sempre dimostrato disponibile; fino al punto da inviare per la prima volta in sessant’anni un contingente – per quanto limitato – all’estero, in Irak. Tuttavia rimane il problema enorme dell’articolo 9 della costituzione giapponese in cui si rifiuta l’uso della forza. L’attuale costituzione fu dettata dagli americani alla conclusione della Seconda guerra mondiale e tale articolo fu voluto per evitare che il Giappone potesse in seguito riarmarsi e tornare ad essere un avversario e non un alleato degli Stati Uniti.
A seguito di tale articolo ancora oggi ufficialmente il Giappone non ha un vero esercito ma solo una ‘Forza di autodifesa’ la cui capacità di attuare azioni militari è ridotta a zero da un complicato sistema di leggi e pratiche legislative. Inoltre non può in alcun modo considerare un attacco ad un paese alleato come un attacco a se stesso, secondo i cardini dei normali trattati di alleanza internazionali. Quegli Stati Uniti che un tempo gli preclusero lo sviluppo come potenza militare, ora si lamentano che il Giappone non fa abbastanza per gli interessi strategici comuni. Anche in questo caso Koizumi ha fatto del suo meglio per venire incontro agli Usa ma un rinnovamento costituzionale non è cosa da poco e il dibattito acceso che ne è scaturito non lascia pensare che la questione sarà risolta in tempi brevi.
Un riarmo nipponico provocherà non poca opposizione nei vari paesi dell’Asia orientale che ancora faticano a dimenticare le vicende della Seconda guerra mondiale. In particolare, significherebbe generare ostilità non solo da parte della Cina, ma anche della Corea del Sud, da sempre alleata degli Usa ma che, negli ultimi tempi, ha preso a mostrare una certa indipendenza di vedute rispetto alla politica estera di Washington o, se vogliamo dar retta ai più sospettosi, un pericoloso accodamento agli interessi cinesi.
Enrico Madama
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