
A PISA I TOLLERANTI DEL “SI'” INSULTANO L’ARCIVESCOVO
Caro direttore, sabato pomeriggio si è svolto a Pisa presso il Palazzo dei congressi un incontro organizzato dal comitato Scienza e Vita. Oltre a Luigi Frigerio, Olimpia Tarsia, Gino Doveri è intervenuto monsignor Alessandro Plotti, arcivescovo della città. Già prima del convegno un gruppo di un collettivo di sinistra aveva malmenato i giovani organizzatori dell’incontro strappando loro dalle mani i cartelloni e i volantini che pubblicizzavano l’evento. Ma il peggio è accaduto all’uscita dell’arcivescovo dalla sala del congresso, quando il gruppo dei contestatori l’ha accolto con insulti e bestemmie.
Anna Confaonieri, Pisa
Egregio direttore, ma lo sa che mentre lei e Ferrara parlavate a Sassari davanti a più di 500 persone, due giorni dopo in Galleria Colonna a Roma a sentire Bonolis e Veronesi c’erano 40 persone. Tutti giornalisti o quasi.
Eva Bonino, Roma
Egregio direttore, qui in Paraguay siamo in piena battaglia culturale, ma questa volta abbiamo tutti contro, questa è la dittatura del relativismo di cui parlava il Papa. Il partito filiale socialista del Paraguay (dell’entourage Zapatero) sta presentando quattro progetti di legge, alla totale insaputa del popolo paraguayano, per introdurre princìpi quali la “salute riproduttiva”, “l’opzione sessuale”, e tutta una serie di espressioni che sottendono aborto, matrimonio gay, ecc. Mia madre appartiene ad una Ong pro-vita: appena saputo delle proposte di legge, l’intera organizzazione si è apprestata a diffondere la notizia, prima tramite stampa, poi con la tv. Domani faremo una manifestazione davanti alla cattedrale, e arriveremo anche al Parlamento. Penso che sarà durissima: ci sono centinaia di progetti promossi da Banca interamericana per lo sviluppo, Banca mondiale e Fondo monetario internazionale che pongono, come condizione per l’erogazione dei crediti, la ratifica di queste leggi. L’obiettivo finale? La riduzione della natalità nell’America Latina, e l’attacco feroce alle sue radici cristiane. Siccome i bisogni qui sono tanti, il ministero della Salute crede che non ci si possa permettere di rifiutare questi “aiuti umanitari”, anche a costo di svendere il tessuto morale del popolo. Daremo battaglia: intanto abbiamo indetto, con alcuni del amici, delle riunioni per lanciare una rivista su temi attuali, tipo Tempi: vediamo cosa verrà fuori!
Esteban Meyer, Paraguay
Spiace dirlo, ma il vostro Fred Perri questa volta ha preso proprio un abbaglio nella rubrica “Sport uber alles” della scorsa settimana, dedicata al Giro d’Italia. Mai come quest’anno il Giro ha vissuto continui colpi di scena. è stato tutt’altro che un “Malincogiro”. Certo le telecronache televisive non sono più quelle di una volta e il processo alla tappa di Zavoli rimane un ricordo, da qui ad abbattersi però ne corre.
Paolo, un amante delle due ruote
Risponde Fred Perri: Caro Paolo, accetto i tuoi rilievi. Forse hai ragione, forse è solo la dolce ala della giovinezza perduta che non esalta più certe mie emozioni come faceva un tempo. Forse. Però il ciclismo, come lo descrivi tu, dovrebbe conquistare tutti e forare anche il cuore scuro di gente come me. E invece non c’è riuscito.
Posso chiedere delucidazioni sul senso della battuta con cui Caterina Giojelli chiude il suo pezzo intitolato “Gay, il business è tollerante”? A leggerlo così, sembra una infelice e vagamente offensiva uscita di una persona che non ha troppa dimestichezza con l’argomento, ma magari è solo una mia impressione e c’è un senso ulteriore che mi sfugge. In sintesi: devo considerare redattrice e redazione come portatori di messaggi esplicitamente omofobi?
Giulio Maria Corbelli,
content manager di Gay.it
Noi siamo solo esterofobi e un po’ bocciofili.
Caro direttore, Maurizio Mori, professore di bioetica a Torino, ha detto: «La Chiesa dovrà chiedere scusa quando avrà visto i risultati devastanti che la legge 40 provocherà sui bambini». Caro Mori, di sicuro se vincessero i “sì” al referendum non vedremmo né i “risultati devastanti”, né tanti bambini perché li avrebbero “selezionati”, cioè uccisi, prima di nascere. Afferma ancora Mori che la «Chiesa è intervenuta spesso e pesantemente nella materia referendaria e continua a farlo». Ma, beato pluralismo, del referendum possono parlare tutti, show girl, politicanti, esperti veri e presunti, filosofi, editorialisti e la Chiesa, quella no, dovrebbe chiudersi la bocca.
Alberto Federici, Barasso (Va)
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