Scuole serali

Anziché la “Buona Scuola” ci vorrebbe un documento intitolato: “Libertà di educazione. Educazione della libertà”

Di Gianmario Gatti - Mauro Grimoldi
05 Novembre 2014

Una valutazione dopo un corso di formazione sui Bisogni educativi speciali (BES), con un preparato gruppo di esperti dell’Università cattolica di Milano, sul tema: LA CORNICE NORMATIVA E LE STRATEGIE DIDATTICHE ED EDUCATIVE PER L’INCLUSIONE.

Interessante, per almeno tre ragioni.

1. La normativa. Poiché la legge non indica solo procedure e strumenti, ma promuove un principio. In questo caso il principio è l’inclusione. Tutti a scuola e mai più scuole speciali.

2. I numeri. Pare che i ragazzi con difficoltà di apprendimento – disabili, dislessici, disgrafici, ADHD (da Deficit di Attenzione/Iperattività) e altro – siano circa 1.000.000 (un milione) su una popolazione scolastica (scuola primaria e secondaria) di poco più di 7.000.000 (sette milioni) di persone.

Il che significa due cose:

  • Sono tanti i bambini, i ragazzi e i giovani che faticano ad accedere alla conoscenza.
  • Sono tanti gli adulti, insegnanti in questo caso, e genitori aggiungiamo noi, che faticano a sostenere il rapporto con i nostri/loro figli (perché hanno paura, perché non sanno cosa dire, perché sono soli ecc.) e trasformano una faccenda educativa in un caso patologico. Il che significa un’altra cosa: c’è in questo Paese un problema enorme. E c’è un grande bisogno di adulti, tra cui gli insegnanti, che siano in grado di assumersi la responsabilità di tirar grandi i nostri figli e che siano decisi a farlo.

3. La politica. Per fare questo sarebbe di grande aiuto un sistema libero, capace di valorizzare chi ottiene risultati, pronto a comprendere e governare i cambiamenti in atto eccetera eccetera. Invece siamo fermi allo stato ottocentesco, siamo qui a discutere di scuola statale e paritariasenzaparitàreale, facciamo documenti sulla BUONA SCUOLA e di questo neanche parliamo, elaboriamo studi pedagogici nelle nostre Università, per di più non statali, e non diciamo niente in proposito.

ALLORA UNA PROPOSTA: Cari Presidenti del Consiglio, cari Nazareni tutti e due, il documento sulla scuola intitolatelo in questo modo: Libertà di educazione. Educazione della libertà. 

Caro Rettore dell’Università cattolica, perché non suggerisce anche lei questa ipotesi di lavoro?

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1 commento

  1. laura cioni

    eh si, concordo con quanto dite. Ho risposto ai quesiti posti dalla buona scuola, con una lieve speranza…ma i contributi suggeriti erano così prevedibili da confermarmi nell’opinione che ci vorrebbe un genio per mutare una situazione da molti anni peggiorata. La centralità del compito dei docenti quasi del tutto ignorata, questa a mio parere la mancanza più grave.

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