Dopo mezzanotte

Di Simone Fortunato
15 Luglio 2004
Nella vita, malinconica e ripetitiva, del custode del Museo del Cinema di Torino, irrompe una ragazza. E tutto cambia.

L’ultimo film di Davide Ferrario (“Tutti giù per terra”, “I figli di Annibale”) è una bella sorpresa: una commedia vivace e originale.
Martino fa il custode nel prestigioso (e bellissimo) Museo del Cinema di Torino, ospitato nella Mole Antonelliana. Tutto scorre e nulla cambia nella sua vita, come un film vecchio che si è costretti a vedere per l’ennesima volta e di cui si conosce già il finale. Ma, all’improvviso, arriva nel Museo, come un uragano d’estate, Amanda e nulla può essere più come prima. Girato in digitale in alta definizione e con un piccolo budget, “Dopo mezzanotte” è una commedia simpatica e positiva, piena d’amore per il cinema, a partire dalla suggestiva ambientazione all’interno del Museo fino alle varie citazioni presenti (Buster Keaton e François Truffaut su tutti). Cinema, visto non tanto come via di fuga dai mali del mondo, ma come lente di ingrandimento del proprio, intimo, desiderio di Bene. Narrato attraverso i modi della fiaba e del documentario, accompagnato dall’ironia necessaria e mai volgare, “Dopo mezzanotte” è quasi un film d’altri tempi: una bella idea, pochi soldi e tanta passione.

Di D. Ferrario con G. Pasotti, F. Inaudi

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