IL MURO di sharon sotto CASA MAKHOUL

Di Tempi
24 Giugno 2004
Il nostro quartiere della zona nord della città, Bet-hanina

Cari Amici, ieri sera (16 giugno, ndr) sono stato svegliato dal rumore delle ruspe e delle macchine di movimento terra che hanno distrutto tutta la strada asfaltata a nemmeno cento metri da casa mia, nella zona nord di Gerusalemme, dove il governo israeliano ha deciso di far passare “il muro” che dovrebbe dividere l’area sotto il controllo israeliano da quella sotto il controllo palestinese.
La traiettoria del muro è stata disegnata in base a criteri che tengono in considerazione solo quello che vogliono gli israeliani. Nessuno si cura del male e della sofferenza che il muro potrebbe causare alla popolazione che abita lungo la sua linea.
Il nostro quartiere della zona nord della città, Bet-hanina, un quartiere in cui vivono tanti cristiani di Gerusalemme, è stato tagliato in due parti. Una parte è rimasta in Israele e l’altra è finita sotto il controllo palestinese. L’unica chiesa cattolica presente a Bet-hanina è la parrocchia di San Giacomo dei Francescani, che è rimasta sul versante israeliano, mentre la maggior parte dei parocchiani s’è ritrovata in quello palestinese. Oggi per andare a Messa in San Giacomo da casa mia, basta percorrere un centinaio di metri a piedi e attraversare la strada. Quando il muro sarà costruito, per poter andare a Messa in parrocchia, bisognerà fare un giro di 4 chilometri con la macchina e attraversare la frontiera. Per tante famiglie la situazione è sempre più difficile e sta diventando invivibile: la decisione del governo israeliano di tagliarci fuori dalla città di Gerusalemme è vissuta come un dramma. Tutti lavorano a Gerusalemme, le scuole dei nostri bambini si trovano a Gerusalemme, le parrocchie dei diversi riti sono anch’esse a Gerusalemme. Non se ne può più. Io e tanti amici miei stiamo pensando di trasferirci nella zona israeliana, dove però – ci mancava anche questo!!!!!! – l’affitto delle abitazioni è salito alle stelle: 800 dollari al mese, l’equivalente dello stipendio di un impiegato. E i prezzi delle case sono astronomici (una casa di 120 metri quadrati costa 250mila dollari).
Vi chiedo di pregare per tutti noi e specialmente per i cristiani di questo quartiere, perché possiamo affrontare l’attuale situazione con tenacia e intelligenza, tenendo sempre gli occhi fissi sulla nostra unica speranza, che è Cristo. Affinché questo popolo mantenga un cuore buono, e il nostro cuore resti lontano dall’odio malgrado tutte le ingiustizie che siamo costretti a subire. Che il nostro modo di vivere e testimoniare rimanga il perdono e la carità. Grazie.
In unione di preghiera

Sobhy Makhoul, segretario del Patriarcato maronita di Gerusalemme

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