
Termometro (ballistico) per Agnoletto
«Forse è la prima volta che nella magistratura circola questa sensazione. Escludo che in questi 56 anni dall’inizio della Repubblica ci sia stata una preoccupazione di tale portata», dice Oscar Luigi Scalfaro al Manifesto. L’ex presidente è un grande alleato di un Gerardo D’Ambrosio che, dalla sua, denuncia come il principale rischio di oggi per la magistratura sia quello di tornare agli anni ‘50 (e ‘60 e ‘70). *** «Un autorevole esponente del Labour inglese mi ha avvicinato per dirsi d’accordo con il mio discorso e poi ha aggiunto, “sai non mi ricordavo nemmeno più dell’esistenza dell’internazionale socialista”», dice Francesco Rutelli alla Repubblica. Non appena incontra uno sbadato il cosiddetto leader dell’Ulivo ci si affratella subito. E, poi, se ne vanta anche. *** «Credo nella massima evangelica: non fare agli altri quel non vorresti fosse fatto a te», dice Giovanni Minoli al Messaggero. Se, poi, proprio vi scappa di «fare agli altri quel che non vorreste fosse fatto a te», diteglielo, comunque, a Minoli che, sia pur tristissimo, ci farà su almeno una trasmissione televisiva. *** «Credo sia un errore leggere le dinamiche di movimento solo sulla base della capacità di mobilitazione», dice Vittorio Agnoletto a Liberazione. La frase di Agnoletto, tradotta dal noglobalese, va intepretata così: «Non mi sento tanto bene, ma non rompetemi le balle con il termometro» . *** «Un fenomeno che l’analisi storica degli orientamenti giurisprudenziali in materia spesso evidenzia, vale a dire una certa oscillazione degli indirizzi interpretativi», scrive Gian Carlo Caselli sull’Unità. La frase di Caselli, tradotta dal magistraturdemocratichese, va interpreta così: «Quando non c’è la pressione politica, ecco che tornano a romperti le balle con questa fesseria della prove». *** «Senza voler far torti a Fabio Mussi in prima fila accanto a Fossa, dei leader dell’opposizione non c’era alcuna traccia», scrive Massimo Giannini su Repubblica. Povero Mussi. Non è più nemmeno una traccia. *** «Quanto all’identità, non si può dire alla gente: voi vi disintegrerete. È un discorso al quale la gente reagisce male», dice Hubert Vedrine all’Unità. L’ex ministro degli Esteri francesi cerca di far capire alla sua e alla nostra sinistra, certe piccole verità. Diplomaticamente. *** «In un condominio, prima si stabiliscono i programmi, poi quali sono gli appartamenti, qual è la proprietà esclusiva e qual è quella in condominio, dopo di che si nomina l’amministratore», dice Antonio Di Pietro all’Unità. E all’amministratore, poi, si potrà anche eventualmente chiedere se ti dà la disponibilità di un piéd-a-tèrre in via Agnello. *** «Le donne? Non c’è dubbio l’islam le descrive e le considera come diverse dagli uomini», scrive Emma Bonino sul Giornale. In merito assai conosciuto è quel bon mot che circola a Riad: “Vive la difference!” *** «Ho imparato a mie spese che non bisogna prendere le affermazioni di D’Alema per oro colato», dice Franco Marini al Corriere della Sera. Non oro colato? Carta stagnola appallottolata?
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