Moderati? Non solo Bruti

Di Lodovico Festa
06 Giugno 2002
Se Berlusconi avesse voluto effettivamente rilanciare il dialogo sociale, aveva modo di farlo in modo inequivoco

«Se Berlusconi avesse voluto effettivamente rilanciare il dialogo sociale, aveva modo di farlo in modo inequivoco, sgombrando il tavolo della trattativa dalla pretesa di modificare l’articolo 18», dice Piero Fassino all’Unità. Tutti si chiedono quando Sergio Cofferati passerà in servizio permanente effettivo nello stato maggiore Ds. Per il momento è Fassino che si è arruolato nella Cgil. Compagnia ascari. *** «Il sesso vissuto di nascosto, come peccato, porta a tutte le deviazioni», scrive Dacia Maraini su Io Donna. Ma il sesso vissuto all’aperto non porta invece a una preoccupante diffusione di voyeurismo? *** «Sarebbe la nostra voce perfetta verso l’esterno. Del resto ci teneva molto ad andare al seminario con Tony Blair», dice Pierluigi Castagnetti al Corriere della Sera. Parla di Massimo D’Alema, lo tratta come la zia un po’ scema e un po’ snob, affetta da manie esterofile. *** «È normale che ogni partito affermi di aver vinto», dice D’Alema al Corriere della Sera. È in campagna per spiegare che Silvio Berlusconi è stato rudemente sconfitto alle amministrative. Non si ricorda che quando da premier diessino, pochi anni fa, perse le regionali tutti se ne accorsero. *** «Nelle ultime settimane ho perso alcuni vecchi che mi considerano indisciplinato (come molti artisti sono stati); ho conquistato molti bambini», scrive su Sette Vittorio Sgarbi. Non vogliamo assolutamente sapere di che cosa si tratta. *** «C’è qualcosa dell’arroganza sabauda di Cadorna a Caporetto: un’evidente incapacità a riconoscere gli errori», scrive su Liberazione Giorgio Cremaschi. Si riferisce alla Fiat. Cremaschi è senza dubbio un dirigente sindacale estremista. Ma non è uno stupido. *** «Alla luce dei commenti fatti da Blair e da altri leader non posso negare che il presidente del Consiglio è stato capace nell’ultimo anno di stabilire rapporti personali con Bush e Putin», dice Lamberto Dini a Repubblica. È evidente una sua aria di supponenza. Peraltro motivata: né George W. Bush né Vladimir Putin valgono quell’amicone di Dini che era Slobodan Milosevic. *** «La realtà ha sempre due facce: da un lato del fronte uso e consumo di donne troviamo le top model, dall’altro le down model della strada», dice Salvatore Veca al Giorno. Non si passa una vita da studiosi, da Paci a Rawls, senza acquisire la capacità di dare zampate di pensiero anche in rapide interviste. *** «Credo che Fini non abbia una particolare esperienza sui temi europei, probabilmente ha letto un discorso scritto da un altro», dice Francesco Rutelli alla Stampa. Considerando le sue più recenti dichiarazioni, il cosiddetto leader dell’Ulivo dovrebbe concentrarsi un attimo su questa idea di farsi scrivere i discorsi. *** «Le ricordo che gli attacchi denigratori contro i magistrati – Napoli e Genova insegnano – sono continui. Si parla di elezione diretta dei giudici e dei pm e di trasferire competenze alle giurie popolari», dice Edmondo Bruti Liberati alla Repubblica. Eleggere direttamente giudici e pm, dare potere alle giurie popolari? Come quei fascisti degli americani? Bisognerebbe proprio proibire telefim come quelli di Perry Mason. *** «Per quel che riguarda Bruti Liberati direi che nella corrente di Magistratura democratica il collega è visto come un moderato», dice Gerardo D’Ambrosio alla Stampa. Anche Beria rispetto a Jagoda ed Ezhov nella corrente cekista dei bolscevichi russi era un moderato. *** «Che faccio smetto di lavorare? Cary Grant smise ma andò a lavorare da Fabergé» dice Christopher Lee a Repubblica. Ma non ci sarebbe un posto da Fabergé anche per Enzo Biagi?

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