
Nazionale Moretti (un po’ taliban, un po’ nel football)
Clamoroso a Piazza Navona: si è rivelata finalmente la strategia della sinistra (centro-sinistra, sinistra-centro, fate vobis) per la riconquista del titolo. Pardon del governo. Affidare il lavoro sporco alla magi-stratura, ma soprattutto la leadership della coalizione alla nazionale cantanti-attori-soubrette-nani-ballerine-comici-presidenti Rai.
Una coalizione (calcistica) contro Berlusconi
Certo, mentre sulla prima faccenda (la magistratura), pur con vari distinguo, perché i giudici non stanno simpatici neanche a loro, sono più o meno tutti d’accordo, la seconda non li trova per nulla consenzienti. Potessero, al Moretti Nanni che li ha presi a ceffoni verbali sul palco, lo affogherebbero nella piscina dove ogni tanto pratica ancora la sua amata palla-nuoto. Però c’ha ragione lui: il centro-si-nistra non esiste più se non nelle ridotte della satira, dell’intellighentsia e nei collant che fasciano belle donne col cuore democratico di sinistra. Come gioca la nazionale cantanti-attori eccetera? Direi a zona, pressing alto sul portatore di palla avversario (Berlusconi), intensamente sacchiana. Non può mica ricorrere al volgare e italico catenaccio figlio dei tempi cupi della Repubblica, dell’Italia baciapile e democrista degli anni ’50. Lo sanno, però, che il sacchismo è la trasposizione calcistica del berlusconismo? Lo sanno, lo sanno, ma fanno finta di niente. Non sarà mica la prima volta che questa gente dice tutto e il contrario di tutto.
Jovanotti cursore (e Bedin stopper)
Dunque c’è Nanni Moretti, che a me sta simpatico, anche se predica bene e razzola male. Dice che Emilio Fede è uno squadrista e poi nel bel maggio francese di Cannes (1998) cacciò dalla sua conferenza stampa l’inviato del Giornale Giorgio Gandola perché l’appena citato quotidia-no aveva espresso dure critiche sul suo film Aprile. Poi diciamo male di Giraudo e Moggi che lasciano fuori dal civettuolo container stampa del Comunale i giorna-listi che dicono male di Madama. Nanni potrebbe benissimo fare il c.t., lo faceva anche in Palombella rossa. Tra i cursori metterei Lorenzo Cherubini che una volta si chiamava Jovanotti e i guru dei media sinistresi scrivevano che era un simpatico pirla e che il Casella (quello del rapimento, non quello delle mani intrecciate) si era salvato da quella tragedia perché più che la sindrome di Stoccolma aveva la sindrome di Jovanotti. Cioè era un idiota. Contrordine compagni. Jovanotti è diventato il Gattuso della nazionale cantanti-attori di sinistra, infatti ha visitato 38 trasmissioni Tv in una settimana per trasmettere il suo messaggio per la pace. È stato anche da Vespa, poi l’ha accusato di avergli teso una trappola dandolo in pasto a Sgarbi. Sarebbe come se Rivera avesse accusato Herrera per avergli messo alle calcagna Bedin: ci sono anche gli avversari, non solo il pubblico plaudente.
Un film per celebrare la resistenza di Zaccaria
Poveri compagni, cito a caso alcune icone dell’ultimo anno. Daniele Luttazzi comico che di buono ha solo il cognome del vecchio Lelio, lui sì che bloccava il telecomando, e che è specializzato nella merda, la mangia o la tira addosso al prossimo, magari con il concorso esterno del collega Travaglio (esterno ma non di sinistra: loro pigliano tutto, purché funzionale). Poi il presidente della Rai Zaccaria, l’uomo più in prima fila nei programmi Tv dopo quel tale con i baffi che colleziona inquadrature e becco pure su Telebiella. Poi non può mancare Dario Fo di cui ho letto un articolo su Le Monde in cui descriveva l’Italia come il Cile del ’73. Sono uscito per strada convinto di vedere un carro armato all’angolo e invece c’era il solito centro sociale e mi sono chiesto perché uno debba scrivere minchiate. Poi i registi del film-verità (la loro) sul G8 di Genova. Il film culto della sinistra di opposizione, una pellicola a loro immagine e somiglianza: infatti è invisibile, nel senso che, anche se ne hanno parlato più di Via col Vento, non l’ha ancora visto nessuno. Non se ne sente la mancanza, ma questa è un’altra storia. Poi la Gialappa’s, la quinta colonna tra le schiere del nemico. Beccano i milioni dall’orrido Berlusca, ma col pugno chiuso, facendo fremere d’orgoglio del popolo di sinistra.
E vogliamo mettere in panchina Sabrina Ferilli?
Ma claro que no. All’attacco. Sabrinona è bella, tanta e compagna. Infatti incarna benissimo questa gente che ha cambiato mille bandiere e mai mantenuto una promessa: è un’ultrà della Roma da sempre, anche se fino a pochi anni fa teneva alla Lazio. Aveva annunciato uno strip-tease integrale per lo scudetto giallorosso e si è presentata in bikini. Così sono capace anch’io. Povera sinistra che appalta la politica a cantanti, attori e soubrette e perfino ai medici in prima linea. Per anni in ritardo sui cattolici sul fronte della beneficenza, ecco finalmente arrivare la Madre Teresa con la barba per cui fare spettacoli, fiaccolate, raccolte. Emergency forever. Hanno scoperto un dottore che sta con i derelitti, quando non è in Tv. Se mi chiamavano gliene indicavo un centinaio. Certo, a Madre Teresa devono ancora farla santa mentre Gino Strada l’hanno già beatificato ma queste sono pinzillacchere, direbbe Totò (giù le mani). Dove sono i leader di sinistra? Ha chiesto Moretti. In prima fila a un concerto, anche se Ivano Fossati si è ripreso la Canzone popolare. Tempi brutti, meno male che ci sono i due nuovi paladini della libertà di espressione, Simona Ventura e Gene Gnocchi. Dove vanno con questa formazione? Il titolo non lo vincono. No, non ce la fanno. Al massimo tirano i quarti di finale. Non di più.
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