Sexual personae

Di Tempi
14 Giugno 2000
Taz&bao

Camille Paglia, che certo non è lontana o ostile ai gay, nel suo libro “sexual Personae” sottolinea la totale “libertà sessuale” delle élite: “Gli imperatori Tiberio, Nerone, Galba, Otone, Commodo, Traiano ed Eliogabalo sono tutti tacciati di sodomia (dagli annalisti). Lo stesso Giulio Cesare era in odore di bisessualismo. Adriano si innamorò del bell’Antinoo e lo deificò dopo la sua morte. Caligola aveva il gusto degli abbigliamenti stravaganti e dei travestimenti femminili. Nerone dopo aver fatto legare a pali delle giovani vittime di ambo i sessi si rivestiva di pelli d’animale e li aggrediva ai genitali. Fece castrare il giovinetto Sporo, lo vestì in abiti femminili e lo sposò davanti alla corte. Nel secondo matrimonio maschile con un giovane i ruoli erano rovesciati: l’imperatore era la sposa”. La Paglia dimostra che le sfrenatezze sessuali dell’aristocrazia imperiale non tendevano a una mentalità liberale, ma al contrario nazista. Peraltro a Roma, nel Colosseo, era la verginità a essere punita come un crimine: “La condanna allo stupro delle vergini cristiane – scrive Carlo Villa – fu uno degli aspetti delle persecuzioni di Roma nei riguardi della nuova fede, adottato da quasi tutti gli imperatori e i magistrati romani che destinavano alla violenza carnale e ai pubblici lupanari le giovani cristiane prima di farle giustiziare”. A quel tempo le donne passavano dalla “proprietà” del padre a quella del marito che avevano su di loro potere di morte anche per futili motivi. Proprio con il cristianesimo la scelta della verginità per Cristo fu la prima affermazione della soggettività e della dignità delle donne, che si sottraevano alla proprietà altrui. Una scelta sovversiva. Oltretutto – dice Villa – “l’esaltazione della verginità suonava come un affronto all’autorità romana che irrideva una simile virtù”. Da qui gli stupri di stato. Da che parte stavano – nel Colosseo – la libertà e il coraggio?

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