
8 Mile
Detroit, 1995: vita, canzoni e violenze di un giovane rapper bianco.
Sa di poco questo 8 Mile di Curtis Hanson, e non certo per la presenza del rapper ed attore esordiente Eminem. Anzi, il giovanotto è quasi bravo per non aver studiato da attore. Probabilmente non vincerà mai un Oscar, ma ha la grinta giusta, lo sguardo torvo e il muso cattivo della periferia americana. E se qualcosa non funziona, non è nemmeno colpa della regia: Hanson (L.A. Confidential) dirige con mestiere e conosce abbastanza tempi narrativi e montaggio per fare un film discreto. Quello che manca ad 8 Mile è una storia “forte”, che vada oltre alla trita dinamica del ragazzotto di periferia con il sogno nel cassetto di diventare un grande rapper, osteggiato dalla comunità nera. Detto che molto del film è ispirato alla vera vicenda del protagonista, mancano dialoghi interessanti e sono solo abbozzati i personaggi di secondo piano. Mentre non mancano un paio di spinte scene di sesso (in una delle quali svetta il fondoschiena della rediviva Kim Basinger) e qualche altra volgarità evitabile. Incomprensibile, comunque, la scelta di doppiare per gran parte un film (solo le canzoni sono lasciate in lingua originale) la cui forza sta proprio nel linguaggio non propriamente forbito.
di C. Hanson
con Eminem, B. Murphy
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