«Il 5 per mille? È diventato un 4. Lo Stato si è preso 90 milioni su 487 destinati al no profit»
«Il 5 per mille deve essere “finanziato” ogni anno, e prevede un tetto di spesa di 400 milioni di euro. L’ammontare in eccesso viene incamerato dallo Stato», spiega Luigi Bobba (Pd). Il deputato di centrosinistra, nonché professionista del terzo settore, ha di recente chiesto al governo, in un’interrogazione parlamentare, che sia resa pubblica la cifra destinata effettivamente alle associazioni no profit dai contribuenti attraverso il 5 per mille. «Quest’anno, su 487 milioni di euro destinati al terzo settore dai cittadini, più o meno 90 milioni li ha trattenuti lo Stato», spiega Bobba. «Il problema è che in questo modo il 5 per mille diventa 4 per mille».
È colpa del governo se quei soldi non arrivano a destinazione?
Purtroppo è dal 2006 che il 5 per mille è una legge sperimentale e il tetto di 400 milioni di euro impone che i soldi eccedenti siano trattenuti dallo Stato. Il problema è dunque convertire la legge del 2006 in legge ordinaria. Al governo abbiamo chiesto di rispondere sulla questione per due ragioni: la prima, di trasparenza, perché pubblicasse l’ammontare effettivo del 5 per mille; la seconda, per ricordare che c’è bisogno di una legge che stabilizzi finalmente lo strumento.
In questi anni quanti cittadini hanno scelto il 5 per mille?
Più di 16 milioni, nel 2010. Una cifra in continuo aumento dal 2006. Il trend comunque non sale esponenzialmente. Quindi è necessario alzare il tetto, fino a 500-550 milioni di euro.
Sta portanto avanti una proposta di legge per questo?
La legge c’è già. È stata scritta negli anni passati, poi accantonata l’anno scorso. L’abbiamo prodotta con l’Intergruppo parlamentare per la sussidiarietà e presentata al Senato. Basterebbe riproporla.
Quando la riproporrete?
Stiamo cercando di portare avanti un’iniziativa bipartisan. Speriamo di farla passare con la legge di stabilità.
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