Quel che noi protestanti ne pensiamo è noto da secoli; dalle posizioni più radicali che lo identificano con l’anticristo a quelle più moderate per cui il papa è solo il vescovo di Roma. Per chi conosca Storia e dottrina è anche noto che alcune delle cose meno accettabili della teologia cattolica non esistevano al tempo della Riforma, come infallibilità papale e mariologia. Una cosa nuova è però emersa in questi giorni: il mondo non cattolico si è unito nel celebrare un Papa straordinario e si son visti più protestanti e ortodossi che mai elogiarlo e addirittura onorarlo nell’estremo saluto.
Le critiche più forti le ho invece lette e sentite, in Italia come all’estero, nella Chiesa cattolica. E si riassumono in due rami: 1) Il papa che ha chiesto perdono per gli errori della Chiesa nel passato e si è aperto alle altre Chiese cristiane e religioni, è stato duro e chiuso con i propri membri. Per la teologa di Cambridge Lavinia Byrne ha ridotto a sei i sacramenti per le donne. Per altri ha accettato l’Inquisizione. 2) La chiusura alle istanze reali del mondo moderno obbliga i cattolici all’ipocrisia, poco accettabile fuori dall’Italia. E porterà all’esplosione delle contraddizioni gay, Aids, matrimonio del clero al momento spazzate sotto il tappeto. Chi vivrà vedrà. Un pensiero paradossale: se Hans Kueng e Ratzinger sono entrambi cattolici forse davvero prima o poi tutti noi cristiani potremmo ritrovarci sotto l’ombrello del Cupolone. Specie se al cattolico si toglierà il romano.
Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994
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