«Non c’è alcun nesso di causalità fra le vaccinazioni e l’autismo, una malattia che secondo gli ultimi studi inizia già nell’utero». È questa l’opinione della comunità scientifica e di Dario Padovan, biologo e presidente di Pro-test Italia, che a tempi.it si scaglia contro la propaganda anti-scientifica. Come quella andata in onda settimana scorsa sul programma “Le Iene”. L’inchiesta dei giornalisti di Mediaset si è sviluppata intorno alle richieste di risarcimento danni allo Stato da parte di due famiglie. I genitori che hanno chiesto il risarcimento per un figlio affetto da paralisi cerebrale causato dalle vaccinazioni lo hanno ottenuto. Alla coppia con un figlio autistico, invece, non è andato nulla.
«Il taglio del servizio era chiaro: deve essere risarcita anche la famiglia con il figlio autistico, perché il nesso fra vaccinazioni e autismo potrebbe esistere. Ma, al di là della dolorosa vicenda personale, è falso. Non esiste al mondo un solo studio scientifico a sostegno di questa fandonia. Nessuno, a parte lo studio falsificato di Wakelfield».
Padovan, su cosa si fonda questa bufala?
L’apparente correlazione fra autismo e vaccinazioni si basa su una coincidenza temporale: i sintomi dell’autismo in un bambino non appaiono subito, ma dopo qualche mese dalla nascita. Spesso si scorgono nello stesso periodo in cui vengono somministrate le vaccinazioni obbligatorie. Prima di allora, il bambino sembra stare bene. Ma è solo un’apparenza. Perché è già malato.
Si tratta quindi di una semplice coincidenza temporale?
Sì. Solo quella. Non c’è alcuna correlazione fra il numero di antigeni e il numero di vaccinazioni fatte con l’autismo, nessuna fra mercurio e autismo. Secondo gli ultimi studi, l’autismo avrebbe origine quando il bambino è nell’utero. Si tratta, sembrerebbe, di difetti a livello cerebrale. Non c’è quindi alcun nesso di causa-effetto fra le vaccinazioni e l’autismo. Certo, c’è una correlazione temporale, ma ha lo stesso valore di quella fra l’aumento dell’autismo e l’aumento del consumo dei cibi biologici. Nessuno però può dire che il secondo sia causa del primo.
Però le vaccinazioni hanno delle controindicazioni, no?
Certo. Come tutte le medicine. Ma sono rarissimi i casi in cui una patologia grave può essere correlata alle vaccinazioni. Un caso su milioni. Fra queste patologie, comunque, l’autismo non c’è. In compenso, senza vaccinazioni, si rischia di far tornare malattie infettive gravissime, pericolose per i bambini, che fino a pochi anni fa facevano milioni di morti. Solo perché non siamo abituati a vederle più, non significa che siano scomparse.
A quali malattie si riferisce?
Poliomielite, rosolia, parotite, difterite e tante altre. Non tutte siamo abituate a vederle, quindi non ce ne preoccupiamo. Ma continuano a fare migliaia di morti nei paesi sottosviluppati. Negli anni ’80 ci furono due milioni e mezzo di morti per il morbillo. Oggi, sono scesi a 150 mila. Sono diminuiti del 90 per cento grazie alle vaccinazioni. Anche se queste malattie non portano alla morte, possono dare conseguenze che durano per tutta la vita. Non vediamo più persone zoppe o con i polmoni d’acciaio a causa della polio. Ma il virus è in giro, non è scomparso. Non fare i vaccini è milioni di volte più rischioso che farli.
C’è il rischio concreto che a causa di trasmissioni televisive come quella delle Iene, genitori preoccupati non vaccinino i propri figli?
Già è capitato. Tre bambini a Rimini sono finiti in ospedale, uno in terapia intensiva, perché non erano vaccinati per il morbillo. In quel caso era stata una perizia di un tribunale a difendere la teoria anti-vaccini. Capisco che quando un genitore ha il dubbio che una medicina possa danneggiare il proprio bambino, istintivamente è portato a non dargliela. Non tutti i genitori hanno una cultura scientifica per prendere le decisioni più sagge. Quindi il compito dei media è informarlo correttamente, non instillare dubbi sulla base di bufale.
Le Iene non fanno informazione scientifica.
Fanno disinformazione. Quel che è peggio è che la loro è una trasmissione seguitissima. La gente tende a fidarsi di quello che si dice in programmi televisivi come le Iene, che in questi anni hanno smascherato molti furfanti e truffe. Se come stanno facendo in questi ultimi tempi propinano o anche soltanto suggeriscono, o instillano dubbi, sulle vaccinazioni, possono convincere molti spettatori a non farle.
Come potrebbero porre rimedio?
Innanzitutto devono capire che la salute delle persone va trattata con serietà. Con molta attenzione. Non si può sostenere a priori, come hanno fatto, il metodo Stamina, o dare un taglio ambiguo ai propri servizi facendo passare, come hanno fatto, che la dieta vegana è utile a combattere il cancro. Prima di affermare queste stupidaggini devono contattare esperti seri.
Non solo in televisione, anche in alcune procure italiane si dà credito alle teorie anti-vaccini.
Non solo. Alcuni autorizzano terapie bocciate dalla comunità scientifica, come nel caso di Stamina. Ma bisogna capire che non basta una laurea in medicina per fare affermazioni scientifiche. Bisogna provarle. E poi a contare non è il singolo medico, ma l’opinione della comunità scientifica.