Due terroristi hanno preso in ostaggio martedì mattina quattro persone nella chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray, vicino a Rouen: il parroco, una suora e tre fedeli. Il sacerdote è stato fatto inginocchiare a terra dai terroristi, che dopo aver pronunciato alcune frasi in arabo, filmando tutto, l’hanno sgozzato. Il ministero dell’Interno riporta anche che un fedele è in bilico gravissimo tra la vita e la morte, dopo che i terroristi hanno cercato di tagliargli la gola. I due sono stati abbattuti dai reparti speciali della polizia francese mentre cercavano di scappare dalla chiesa.
DURANTE LA MESSA. La Messa era frequentata da cinque persone e la polizia è intervenuta grazie all’allarme lanciato da una suora, che è riuscita a scappare dalla chiesa. I due terroristi, armati di coltello, avrebbero fatto irruzione dalla porta sul retro durante la consueta Messa delle 9. Le ragioni del gesto e l’identità degli attentatori non sono ancora chiare, ma secondi fonti della polizia almeno uno dei due attentatori era barbuto e portava un copricapo islamico.
ISIS RIVENDICA L’ATTENTATO. Le Point riporta anche che i due terroristi avrebbero gridato «Daesh» prima di entrare in chiesa, cioè l’acronimo arabo per Stato islamico. L’Isis dopo qualche ora ha rivendicato l’attentato compiuti da due «nostri soldati». Il sacerdote ucciso si chiamava padre Jacques Hamel, ordinato nel 1958, aveva 86 anni. Dell’inchiesta se ne occuperà la procura antiterrorismo.
BRACCIALETTO ELETTRONICO. Secondo la Tribune de Genève, uno dei terroristi era un francese di 19 anni, arrestato all’aeroporto di Ginevra il 14 maggio 2015, dopo essere stato respinto dalla Turchia. «A. K. aveva tentato due volte di raggiungere la Siria, prima via Monaco, senza successo, poi via Ginevra. Era stato estradato in Francia e accusato di crimini in vista di preparare atti terroristici». Ritenuto un potenziale jihadista e conosciuto dalle autorità francesi, era stato liberato nel marzo 2016 con il braccialetto elettronico. La procura si era appellata alla decisione del giudice, invano. Il giovane viveva a casa dei genitori a Saint-Etienne-du-Rouvray e godeva di un permesso per uscire tutte le mattine tra le 8.30 e le 12.30. Anche il secondo attentatore era nato a Rouen.
«PARLAVANO ARABO». «Sono entrati bruscamente. Parlavano in arabo. Ho visto un coltello», ha raccontato mantenendo l’anonimato la dinamica dell’attentato la suora che è riuscita a scappare e dare l’allarme. «Sono scappata nel momento in cui hanno cominciato ad aggredire padre Jacques. Non so neanche se si sono accorti che me ne andavo. Sto aspettando notizie delle mie consorelle».
«GRIDO VERSO DIO». La Normandia e in particolare la Seine-Maritime sono tra le terre più cattoliche del paese. Il capoluogo infatti, Rouen, situato a pochi chilometri dal luogo dove è avvenuto l’attentato, è soprannominato la città delle 100 campane. Monsignor Dominique Lebrun, arcivescovo di Rouen, ha lasciato precipitosamente Cracovia, dove si trovava per la Giornata mondiale della gioventù, per tornare in Francia. Ha dichiarato: «Io grido verso Dio con tutti gli uomini di buona volontà. Oso invitare anche i non credenti a unirsi a questo grido! Sarò da questa sera nella mia diocesi vicino alle famiglie e alla comunità parrocchiale scioccata. La Chiesa cattolica non può prendere altre armi diverse dalla preghiera e dalla fraternità tra gli uomini».
«PRIMI MARTIRI». Tante le reazioni politiche all’attentato in Francia. Christine Boutin (partito cristiano democratico) ha dichiarato: «Orrore in Francia: un prete sgozzato durante la Messa, delle suore prese in ostaggio. Preghiamo per i primi martiri del XXI secolo in Francia». François Hollande, intervenuto sul luogo dell’attentato, ha dichiarato: «Dobbiamo combattere lo Stato islamico con ogni mezzo possibile».
IL PRECEDENTE. Non si tratta del primo attentato a una chiesa in Francia. Il 19 aprile 2015 uno studente 24enne di origine algerina ha cercato di entrare nella chiesa Sainte-Thérèse di Villejuif (Val-de-Marne). Avrebbe fatto sicuramente una strage di cristiani, visto che la chiesa era piena e lui era armato di kalashnikov, se solo non si fosse sparato per sbaglio su un piede prima di entrare. Dopo aver telefonato al 118 di Parigi la polizia l’ha neutralizzato.
Foto Ansa/Ap