È finita, ma in tragedia. Dopo due giorni e mezzo di fuga e una gigantesca caccia all’uomo durata oltre 50 ore, con 88 mila membri della sicurezza coinvolti, i due presunti attentatori che hanno compiuto la strage alla redazione di Charlie Hebdo sono stati uccisi. Allo stesso tempo, è stato ucciso anche il terrorista che si era rinchiuso a Parigi con diversi ostaggi, in un negozio di alimentari kosher. Ma quattro ostaggi sono morti, mentre altri sono riusciti a salvarsi.
TERRORISTI UCCISI. L’azione coordinata della polizia e dell’antiterrorismo francese ha portato all’uccisione dei fratelli Kouachi, che da stamattina si trovavano asserragliati in una tipografia di Dammartin-en-Goele, piccola cittadina nel nord-est della Francia. I due fratelli Said e Chérif, che avevano preso in ostaggio il 26enne titolare dell’impresa, sono usciti dalla tipografia sparando e sono stati uccisi. L’ostaggio è stato tratto in salvo, probabilmente i terroristi non si sono mai accorti che si trovava all’interno dell’azienda. Un agente è rimasto ferito.
QUATTRO MORTI A PARIGI. Contemporaneamente, la polizia ha fatto irruzione nel negozio Hyper Cacher, frequentato da ebrei nella zona della stazione di Porte de Vincennes, nel XX arrondissement di Parigi. Qui Amedy Coulibaly, lo stesso terrorista che ieri ha ucciso una poliziotta, Clarissa Jean-Philippe a Montrouge, si era chiuso nel negozio insieme a diversi ostaggi. Potrebbe essere stato aiutato dalla compagna, Hayat Boumeddiene, che per il momento non è stata rintracciata.
L’uomo aveva minacciato la polizia di «liberare i fratelli Kouachi», altrimenti avrebbe ucciso gli ostaggi. Intervenendo in contemporanea a Dammartin-en-Goele e Parigi, le forze francesi hanno ucciso i tre terroristi ma quattro ostaggi a Parigi sono rimasti uccisi. Nella capitale, quattro gli agenti feriti gravemente nell’operazione. Sia i fratelli Kouachi che Coulibaly avrebbero avuto a che fare, secondo le prime informazioni, con Al Qaeda in Yemen.
L’INTERVISTA. Il canale Bfm-tv è riuscito a intervistare i terroristi alle 9.45 di questa mattina. Chérif Kouachi ha detto ai giornalisti di essere stato mandato da Al Qaede in Yemen e di essere finanziato dall’imam Anwar al Awlaky (che, nota Le Monde, è stato ucciso nel 2011 da un drone americano). Alle 15 Coulibaly ha chiamato in redazione per chiedere di essere messo in contatto con la polizia. Ha spiegato di aver ricevuto istruzioni dallo Stato Islamico e rivelato che la sua azione era coordinata con quella dei fratelli: «Loro dovevano occuparsi di Hebdo io dei poliziotti», avrebbe detto. Coulibaly avrebbe anche affermato: «Ci sono quattro morti». Questo significa che i quattro ostaggi non sono stati uccisi nel raid della polizia ma in precedenza dall’attentatore.
CHARLIE HEBDO. La Francia spera di aver chiuso oggi un capitolo nero della sua storia, durato tre lunghi giorni da incubo. Domenica è stata organizzata una grande manifestazione per commemorare le 12 vittime dell’attacco a Charlie Hebdo, la poliziotta uccisa a Montrouge e le quattro vittime del Hyper Cacher. Oggi, intanto, si sono riuniti i componenti sopravvissuti della redazione del settimanale nella sede di Libération. Il giornale uscirà regolarmente in edicola mercoledì in versione ridotta di otto pagine ma con la tiratura aumentata a un milione di copie, contro le usuali 60 mila. Il presidente della Repubblica François Hollande parlerà alla nazione alle 20.