La Francia contro i matrimoni forzati. Un’altra campagna “correttissima” e perciò inutile

Di Redazione
25 Luglio 2015
A giudicare dai cartelloni dell'iniziativa "#StopMariageForcé", il problema sembra riguardare la cultura occidentale. Non è così, ma non si può dire

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Continua in Francia la campagna di sensibilizzazione e denuncia della pratica dei matrimoni forzati e delle spose bambine. E come già avvenuto l’anno scorso, strane omissioni e reticenze la rendono poco credibile.

RIFERIMENTI AL CRISTIANESIMO. L’anno scorso era stato pubblicato il cortometraggio #14millionscreams, “14 milioni di grida”, interpretato da Julie Gayet, attrice nota per la sua relazione “segreta” con il presidente della Repubblica François Hollande. Il video aveva fatto molto discutere perché era stato infarcito di riferimenti alla religione cattolica e alla classe media francese, come se i matrimoni forzati delle bambine fossero un problema diffuso nella tradizione cristiana e francese occidentale. Al contrario, questo dramma è diffuso soprattutto in Africa e in Asia, appartenendo soprattutto alla cultura di alcuni paesi a maggioranza islamica.

«STOP AL MATRIMONIO FORZATO». Ora in Francia è partita la campagna di Voix de femmes: “#StopMariageForcé”. Sui cartelloni diffusi su internet e nel paese, patrocinati dallo Stato, si vede una tipica famiglia francese con diversi slogan: “È la mia vita, sono io che scelgo”, oppure “No alle pressioni, nostra figlia sceglierà”.

DETTAGLI IMPORTANTI. Tutto fa intendere che il problema sia insito e diffuso nella cultura occidentale, ma quando si vanno a leggere le storie raccolte da Libération e fornite da Voix de femmes, si scopre che tutte le ragazze sono francesi, ma originarie di paesi come Senegal e Algeria (dove la popolazione è musulmana rispettivamente al 92 e 95 per cento). Inoltre, nonostante non venga mai detto e i nomi siano fittizi per proteggere la privacy delle ragazze, si intuisce che tutti i casi riguardano ragazze musulmane che le famiglie cercano di sposare a forza a cugini o amici che, in alcuni casi, hanno già altre mogli.

STIGMATIZZARE È IMPORTANTE. L’identità religiosa però non viene mai citata, forse per non offendere nessuno. Eppure la stessa Sarah Jamaa, direttrice di Voix de femmes, afferma: «La lotta contro il matrimonio forzato è ostacolata da un ritorno del relativismo culturale. Spesso, gli educatori hanno paura di stigmatizzare, dicono che questo farà aumentare il razzismo. Hanno l’idea che siccome qualcosa è culturale, allora non lo si può cambiare». Perché allora non dire dove è radicato il problema? Perché nasconderne la vera radice dietro cartelloni che ritraggono una comunissima famiglia occidentale? Perché non citare esplicitamente quali sono le culture dove il fenomeno del matrimonio forzato si annida? Domande che resteranno senza risposta.

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22 commenti

  1. beppe

    la classica domanda da SE NON ORA QUANDO . ma che non avrà mai una risposta. vero care FEMMINISTE DEI MIEI STIVALI?

    1. Associazione streghe

      Rassegnatevi, il vostro mondo maschilista si sta sgretolando e rimarrete con un pugno di mosche in mano altro che “capofamiglia” dei tuoi stivali.
      Tremate, tremate le streghe son tornate!!!!

      1. Sebastiano

        Hai già comprato il burqa o aspetti che te lo portino gratis a casa?

      2. To.ni

        Sai benissimo che non è cosi, che sei sola una povera fallita. anzi, per dirla tutta, hai tratti caratteristici di chi ha bisogno di un padrone. Mi dispiace che non possiamo aiutarti, siamo cattolici.

        1. giovanna

          Certo, Xyzwk se tutto il rifuggire il matrimonio , porta a ridursi a pensare quel che sei riuscita a scrivere con i vari altri nick horror ( il bambino nel ventre materno paragonato ad una suola di scarpe come valore ed altre amenità )….non sei una testimonial credibile di quanto sia bello rimanere soli !
          Voglio dire, forse , a dispetto di quello che dici, non ti sei sposata per aridità , non certo perché ti vuoi godere la vita ! Ma chi vorrebbe mai avere accanto un residuato dell’ottocento arido e insensibile e svalvolato come te, per non parlare delle decine di nick che sei costretta ad usare per avere un barlume di attenzione da un essere umano , seppur nel mondo virtuale ?

          No, lasciamelo dire, al netto tue problematiche psichiatriche ( e lo sai che mi dispiace ) , dai un’immagine della donna tetra e grigia e respingente, come tu respingi la vita nella tua vita.
          Sarà anche il meno, poi, ma questa mania di usare vari nick nella stessa discussione
          ( associazione streghe e Xyzwk , a volte anche 4 o 5 nick in contemporanea ) è proprio penosa e non dico infantile per rispetto dei bambini che tu odi tanto.
          Ciao, multi-troll horror !

      3. SUSANNA ROLLI

        Mondo maschilista? Ma se son le donne che fanno il bello e brutto tempo! Se una coppia aspetta un bambino e quel bambino lei lo vuole abortire, lui -come suol dire- “si attacca al tram!”. Alla faccia del mondomaschlista!

        1. Cancan

          Quante persone poco intelligenti commentano questi post. Drammatico.

          1. SUSANNA ROLLI

            Facci capire da dove il tuo sgomento, se ti va di abbassarti ai nostri livelli…

      4. Antonio

        magari sei pure immigrazionista, Fi…

  2. xyzwk

    In realtà quello che conta veramente è contrastare un fenomeno vergognoso come quello di costringere, ma anche solo condizionare le ragazzine che la loro unica possibilità nella vita è trovarsi un marito. E questo é un condizionamento che è stato da sempre ben presente anche nella cultura occidentale. Certo almeno nell’ultimo secolo ci voleva un consenso esplicito della ragazza, ma questo consenso quanto era falsato dal condizionamento operato fin dalla prima infanzia per il quale il matrimonio era un destino segnato per il genere femminile?
    Credo che il senso del messaggio che si vuole dare con questa campagna in Francia sia giustamente piû ampio del solo voler contrastare una pratica barbara come quella islamica dei matrimoni combinati con le spose bambine, ma di rendere sempre più consapevoli le donne di tutte le loro potenzialità nel decidere autonomamente il proprio futuro, così come lo è sempre stato per gli uomini. In altre parole mettere al centro della società le persone quali componenti del nucleo famigliare con o senza matrimonio e non viceversa al centro la famiglia costituita da singole persone.

    1. yoyo

      Certo, fino al XIX sec. i matrimoni combinati erano la norma. L’amore romantico nel senso di unicamente di sentimento è nato durante il Romanticismo, anche come espressione di individualismo. Tuttavia il Matrimonio cristiano nel senso sacramentale è sempre stato di più, è fusione di anime per l’unità sia materiale che spirituale dei coniugi, ad imitazione dell’unione inscindibile tra Cristo e la sua Chiesa. Nel Medioevo il matrimonio era celebrato in casa, tramite criteri anche molto contrattualistici, sull’esempio antico romano (ma l’amore, o almeno il rispetto reciproco, era comunque ricercato). Oltre la fato che i matrimoni combinati riguardavano quasi unicamente le classi alte, mentre i ceti umili erano più liberi. In età tridentina la cerimonia in chiesa con registri anagrafici, ma sempre non eludendo la domanda “Siete qui per vostra libera scelta?”. La Chiesa, sia nella liturgia che nella preparazione al matrimonio, ha sempre voluto sottolineare che i veri “sacerdoti” del Matrimonio sono gli sposi, che tutto si gioca sulla loro irripetibile libertà.

      Il problema dell’iniziativa francese sorge quando, per criticare un costume da noi scomparso e vigente altrove, con criteri anche più coercitivi che nell’antica Europa, insistiamo sull’autocommiserazione, come se non avessimo nulla da insegnare.

    2. yoyo

      La Chiesa ha sempre tutelato, anche nelle domande liturgiche, la libertà dei contraenti, anche perchè il matrimonio è immagine del rapporto stesso tra Cristo e la Chiesa. Oggettivamente la campagna pubblicitaria doveva essere più mirata per essere anche più efficace.

    3. Fabio

      Xyzwk, ma questo nonsense lo insegnano a scuola (e in quali scuole, continuo ad evitarlo) o è una tua dote innata?
      Dire “il matrimonio era un destino segnato per il genere femminile”…ma con chi era “pressato” a sposarsi questo povero “genere femminile” (no, perché chiamarle donne sembra sessista, vero?).
      Cinquant’anni fa un uomo che non si sposava era additato come ricchione, punto e stop…la donna era una “signorina” che non aveva trovato marito, forse anche per l’incapacità della famiglia o per sfortuna, ma gli uomini scapoli erano considerati degli invertiti, senza eccezione.
      C’era una pressione sociale al matrimonio, è vero, ma ugualmente ripartita su entrambi i sessi (o forse dovrei scrivere “su due dei molteplici generi”).

      Nell’immagine a sinistra c’è scritto “Ici ou là-bas”, e vuol dire “Qui [cioè in Francia] o laggiù [al paese di origine]”…l’ipocrisia è non ritrarre persone appartenenti alle etnie interessate dal problema.

      1. xyzwk

        Non è proprio così le signorine che avevano la sventura di non trovare un marito che le contenesse erano zitelle. Gli uomini anche se non si spostavano non avevano il problema di farsi mantenere perché un lavoro ce l’avevano è comunque potevano fregarsene di non avere moglie.

        1. Fabio

          Le “signorine” erano circondate da un alone di pietà, perché “poverine”, non avevano trovato nessuno. Sugli scapoli (e nel mio paesino siciliano ce n’erano veramente pochissimi) giravano le voci peggiori, addirittura a noi bambini, all’epoca (parlo di trent’anni fa) i genitori proibivano di giocare vicino alle loro case, perché “non si sa mai”…Ripeto: la pressione a sposarsi era fortissima su entrambi i versanti.
          Poi, è laplissiano: la campagna non è contro la “pressione sociale al matrimonio”, ormai INESISTENTE, ma contro il matrimonio forzato, fenomeno che NON riguarda le persone ritratte nel cartellone o nello spot linkato nell’articolo.

          1. To.ni

            Hai aperto una finestra nella mia memoria (del resto anch’io sono nato e cresciuto in un paesino siciliano). Il “non si sa mai” era una misura precauzionale importante (e non certo campata in aria).
            Trovo lapalissiano che comunque nella campagna contro il matrimonio forzato ci vogliono infilare per forza i cattolici (e lo stesso dicasi per la meravigliosa creaturina Xyzwk.)

    4. Sebastiano

      Non so se stati giocando a fare il finto tonto o se tonto lo sei davvero.
      Il senso del manifesto è…manifesto: basterebbe chiedersi cosa significa quel “Là-bas”.
      Considerato che “ici” nessuna è obbligata a sposarsi con chi non vuole (né dal diritto canonico ne dal diritto civile/penale), se la foto avesse voluto DAVVERO rappresentare la realtà, le donne avrebbero dovuto portare il velo (la mamma forse anche il burqa). Ma mi rendo conto che il coraggio dei politici e dei mass media d’oltralpe ha la consistenza dell’etere.
      Meglio mettere tutti nel calderone della grande ammucchiata, nel quale sguazzi piacevolmente.

      1. Sebastiano

        Uh, quasi dimenticavo: sei IL binario morto…

      2. To.ni

        Sebastiano

        Trovo sempre più saggio non assecondare i deliri di una povera donna quale la XYwzk che non sa fare di meglio che seguire le direttive contenute in una circolare dal titolo “Dici solo questo” inculcato nelle sedi femministe. Schema che segue pedissequamente e che se ne vagliasse l’attendibilità correrebbe il rischio di incorrere nel rischio di trovarsi nel baratro del nulla. Non c’è storia, che tiene, ragionamenti da condurre tenendo conto dei contesti storici, nulla … spruzza veleno a prescindere come orientamento esistenziale, una figura a 2 dimensioni.

        Per cui dire che S. Agostino ritenesse che “l’intervento dei genitori non è di diritto divino”, aggiungendo con un certo spirito “altrimenti Adamo avrebbe dovuto essere presentato a Eva da suo Padre” a lei non incide niente…anzi peggio: odio contro S. Agostino (al quale hanno attribuito di tutto e di più gentaglia della sua specie) . Che Tertulliano la pensasse come S. Agostino…idem. E S. Ambrogio? Peggio che andar di notte!

        Dire che il vizio di obbligare le donne al matrimonio partisse da una tradizione non cattolica e che è proseguita anche nel secoli dei lumi, con addirittura teorizzazioni da parte di filosofi come Hume, e imposta da acuti rivoluzionari francesi, allievi del Rousseau con tanto di “il buon selvaggio”, ma che obbligavano le figlie a sposare ricchi borghesi … nulla, gli scivola tranquillamente addosso.

        Non è suo compito capire e discutere…forse pensa che deve essere un modello… chissà nei deliri succede.

        Comunque, tempo perso con lei, e come un sacco da pugile, la puoi colpire all’infinito, ma resta quello che è: materia amorfa. Forse la stipendiano per questo, è un mezzo di sussistenza come quei personaggi da circo che mettono la faccia per ricevere torte. Forse sarebbe meglio, una tragedia se è convinta di quello che scrive.

        1. Sebstiano

          To.ni, hai ragione. Ma leggere le sue pippaggini mi diverte in modo pazzesco. Ho già detto a Luigi Amicone di non permettersi di bannarlo/a, ogni giorno è un nuovo spasso.

    5. To.ni

      Si, Filomena, vogliono fare capire agli islamici… in quel modo lo fanno capire. Gli islamici sono tutti preoccupati, non dormono la notte. Brava comunque …maschi sono cattivi.

  3. Cisco

    I matrimoni forzati sono causa di nullità per il sacramento cristiano, cosa che in Occidente è stata inserita negli ordinamenti giuridici. La campagna del governo francese è solo una ulteriore battaglia contro il matrimonio tout court, come l’ideologia marxista ha sempre voluto fare. Anche il “marriage pour tous” è modo – apparentemente paradossale – per “decostruire” il matrimonio: se infatti tutto è matrimonio, nulla è matrimonio. In Francia i PACS sono aumentati molto negli ultimi anni proprio a scapito dei matrimoni.

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