«Yoko Ono non fu la causa della rottura dei Beatles». Le rivelazioni tardive di Paul McCartney

Di Elisabetta Longo
29 Ottobre 2012
In una lunga intervista ad Al Jazeera, l'ex Beatles scioglie il più grande mistero musicale e assolve la moglie di John Lennon: «Il nostro scioglimento fu causato dal nuovo manager, non da Yoko Ono».

Il più grande giallo della storia della musica è stato risolto. Non è Yoko Ono l’omicida dei Beatles, nonostante quello che sia stato detto su di lei fin da quel fatidico primo incontro in una galleria d’arte con John Lennon. Paul McCartney ha infatti assolto l’artista giapponese nel corso di una lunga intervista con Al Jazeera, anticipata dal giornale inglese The Observer.

MANAGER E PROBLEMI. «Non è stata lei a spaccare il gruppo, non la si può incolpare di nulla, la band si stava già sciogliendo», racconta Sir Paul. La colpa fu casomai del manager dei Beatles, Allen Klein, scomparso nel 2009 e che quindi non può controbattere all’intervista piccata di Paul. Klein arrivò quando il gruppo rimase senza il suo primo storico manager, Brian Epstein, e rappresentò il cambio di rotta del quartetto, sopratutto dal punto di vista finanziario. Klein puntò al profitto e a Paul questa virata non piacque: «Mi ritrovai a litigare con i miei amici di una vita quando invece volevo solo difendere il gruppo dalle mire di Klein. A quel punto non rimaneva che dividersi».

IL MERITO DI YOKO. Paul McCartney riconosce a Yoko anche un merito nella vita di John: «Lo ha portato verso nuove rotte che non conosceva, gli ha fatto tirare fuori ancora di più la sua arte e l’avanguardia che aveva nel modo di comporre musica. Se non ci fosse stata lei pezzi come Imagine non li avremmo mai sentiti».

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