Venezuela, Hugo Chavez è morto. Il delfino accusa: «L’hanno avvelenato»
«Abbiamo ricevuto la dura e tragica notizia che il comandante Hugo Chavez è morto». A Caracas erano le 16 e 25, l’annuncio è stato dato dal delfino del leader venezuelano, Nicolas Maduro. «È un momento di profondo dolore», è riuscito ad aggiungere Maduro, interrompendosi fra i singhiozzi, mentre i militari intorno a lui gridavano «lunga vita a Chavez». Era il suo secondo discorso alla nazione in diretta tv. Il primo, poche ore prima, era servito ad annunciare un «attacco esterno del nemico imperialista», un complotto per «infettare» il presidente, «farlo ammalare a morte», come era successo con Arafat. «Abbiamo seri sospetti su un attacco dei nemici della Rivoluzione al nostro caro leader. Abbiamo raccolte prove, ci sono diverse piste. La malattia che lo ha colpito è stata provocata dai nostri nemici», aveva scandito Maduro.
Per molti, Chavez, 58 anni, era addirittura già morto da giorni e il governo stava valutando qual era il momento migliore per annunciare la notizia. Si parlava, negli ambienti dell’opposizioni, di un annuncio «già pronto per Pasqua», durante le vacanze, il che avrebbe facilitato il controllo dell’ordine pubblico. Speculazioni spazzate via dalle parole e dalle lacrime di Maduro. Per il Venezuela, e per il Sudamerica, finisce un’epoca aperta nel 1998 e si spalanca un futuro incerto.
Nel numero 6/2013 Tempi ha pubblicato un reportage dal Venezuela, “Come si resiste a uno Stato troppo invadente”. Lo riproponiamo qui.
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