Venezuela, Guaidó: «Se il regime osa rapirmi, risponderemo con la forza»
tratto dall’Osservatore Romano – L’Assemblea nazionale costituente (Anc, a maggioranza governativa) del Venezuela ha approvato ieri sera un decreto con cui si autorizzano l’incriminazione e la revoca dell’immunità di Juan Guaidó, leader dell’opposizione. La decisione è stata adottata su proposta del Tribunale supremo di giustizia, che ha accusato Guaidó di aver trasgredito il divieto impostogli di lasciare il Paese.
Leggendo il resoconto del dibattito che ha autorizzato la misura, il presidente dell’Anc, Diosdado Cabello, ha sostenuto che «è formalmente autorizzata la prosecuzione del processo nei confronti del cittadino Juan Guaidó, in modo che la giustizia, in accordo con la Costituzione e le leggi, possa incaricarsi di applicare i meccanismi previsti nei diversi codici di procedura penale». «Juan Guaidó è il nulla — ha ancora detto Cabello — e si muove con atteggiamento di sfida, ma oggi sono felici i partiti che non fanno parte del suo gruppo perché gli stiamo revocando l’immunità, e noi ora stiamo agendo in base alla Costituzione».
Teoricamente il leader dell’opposizione può da ora essere arrestato in qualsiasi momento. Guaidó, dopo aver dichiarato che «non esiste legittimità né di revocarmi l’immunità né di arrestarmi», aveva ammesso ieri pomeriggio che i suoi avversari avrebbero potuto cercare di «sequestrarlo in qualsiasi momento». Appresa la notizia della decisione dell’Anc, il leader dell’opposizione ha poi affermato: «Se il regime osa rapirmi e compiere un golpe, risponderemo con la forza. Abbiamo già parlato con i leader del mondo. Gli usurpatori non vorranno mettere alla prova la determinazione della comunità internazionale».
Guaidó ha spiegato inoltre che nel caso ipotetico che il regime lo sequestrasse, esiste una road map sulle azioni da portare avanti. «Tutte le carte sono sul tavolo — ha concluso — compresa l’ipotesi di invocare l’articolo 187 della Costituzione (la quale prevede come forma di cooperazione l’invito di forze militari straniere nel Paese), ma sappiamo che questo dipende dai nostri alleati. A noi spetta mantenerci uniti e in mobilitazione permanente».
Intanto la Conferenza episcopale venezuelana (Cev) ha chiesto ieri a Nicolás Maduro di trovare soluzioni per far fronte all’emergenza esistente in tema di elettricità e acqua. «Lo Stato — ha detto in una conferenza stampa a Caracas il vicepresidente della Cev, il vescovo Mario del Valle Moronta Rodríguez — è responsabile dell’emergenza elettrica e dell’acqua, ed è lo Stato che deve rispondere ai venezuelani ricercando in modo creativo la soluzione del problema».
Monsignor Moronta ha quindi letto un comunicato in cui la chiesa cattolica ha manifestato la sua «profonda preoccupazione» «per le situazioni registrate a causa dei molteplici blackout a livello nazionale, che acuiscono ulteriormente la crisi di fornitura e conservazione di alimenti e medicine, e a cui si aggiunge l’aggravamento della mancanza di acqua potabile che minaccia di degenerare in una situazione sanitaria di carattere catastrofico».
Foto Ansa
[liga]
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!