“Cari pugliesi, sblocco i fondi e pazienza se sforiamo il patto di stabilità”. “Caro Nichi, tu sfori e poi le conseguenze ce le piangiamo noi?”: frammenti di lettere, non d’amore, della coalizione al governo nella Regione Puglia. Va avanti da qualche giorno uno scontro tra il presidente Nichi Vendola e il capogruppo del Pd al consiglio regionale, Antonio Decaro. Il tema è l’annuncio che Vendola ha dato qualche giorno fa con una lettera aperta ai cittadini pugliesi: una scelta, questa della comunicazione epistolare, che ha fatto imbufalire Decaro, anzitutto perché il presidente non ha prima consultato i suoi alleati politici.
10 MILIONI DI EURO AL GIORNO. Scrive Vendola: «La Giunta regionale ha deciso di liberare tutta la spesa possibile dei programmi comunitari di qui alla fine dell’anno. Per fare questo, la Regione oltrepasserà il limite fissato dal Patto di Stabilità Interno; ma non violerà alcuna norma. La legislazione italiana – da poco – consente alle Regioni di superare il Patto, quando si spendano risorse dei Programmi Comunitari, seppure con alcune cosiddette minisanzioni. In un mondo normale, l’aumento della spesa di questi fondi dovrebbe essere premiata, o almeno incentivata. In Italia, invece, questa possibilità, se non vietata, è fortemente disincentivata. Ecco, gli svantaggi che dovremo affrontare. L’anno prossimo, la Regione: a) non potrà contrarre mutui b) non potrà assumere personale (se non in sanità) c) dovrà limitare rigorosamente la spesa corrente. È vero, non è poco. Ma cosa otterremo?». Secondo Vendola, «liberare la spesa preserverà la nostra preziosa dotazione di fondi comunitari ed immetterà nell’economia regionale, di qui alla fine del 2012, almeno 500 milioni di euro. Quasi 10 milioni di euro al giorno per ogni giorno lavorativo. L’onda della crisi non accenna a diminuire. Lavoratori e imprese ormai da 3 anni sono in un’apnea che sta diventando asfissia e morte».
SCELTA SOLITARIA. La svolta decisa dal Governatore non vede d’accordo la sua coalizione. E i mal di pancia non sarebbero solo per la scelta di non comunicare prima ai partner politici la nuova politica regionale pugliese. Così ieri il capogruppo Pd in Regione, Decaro, ha spiegato che quella di Vendola è anzitutto «una scelta solitaria. E molto delicata, nella quale non solo il gruppo consiliare del Pd, ma tutto il Partito democratico, dovevano essere coinvolti». Decaro concorda con Vendola sul fatto che includere nel patto di stabilità (tra le Regioni e lo Stato) anche il conteggio del cofinanziamento sia necessario ad ottenere i fondi europei: «Siamo assolutamente convinti che sia assurdo mettere le Regioni nelle condizioni di scegliere fra rispettare il Patto di stabilità e quindi perdere ingenti risorse; oppure sforare il Patto, usare i fondi comunitari, ma affrontare insidiose sanzioni». Ma il problema è che per il momento le regole sono queste, e la decisione di Vendola ha delle conseguenze che non sarebbe il governatore a pagare. Infatti, fa notare Decaro, «non ci è ancora chiaro se, l’anno prossimo, il presidente Vendola vorrà ancora essere il governatore della nostra regione, e se sarà al nostro fianco quando dovremo fare i conti con queste sanzioni» oppure lascerà i pugliesi con il cerino in mano, a pagare le scelte innovative della sua politica locale, mentre lui magari da Roma starà a guardare.