Valli (Tg1): «Dimissioni del Papa? Non se ne parla»

Di Carlo Candiani
29 Maggio 2012
Carte segrete e complotti. Ma per il vaticanista del Tg1, Benedetto XVI ha la solidarietà di tanti fedeli nel mondo. E «l'incontro con le famiglie a Milano sarà l'occasione per esprimere l’appartenenza e la comunione nella Chiesa».

Non si spegne l’eco della grave notizia del trafugamento di documenti e lettere riservate dalla scrivania personale del Papa. «Durante il cosiddetto scandalo sulla pedofilia, si poteva parlare di attacchi esterni al Vaticano, che partivano da ambienti anglosassoni e protestanti, che volevano minare le fondamenta stesse del cristianesimo. Qui c’è una battaglia interna ai Sacri Palazzi, con protagonisti tutti italiani». È questa l’analisi di Aldo Maria Valli, inviato vaticanista del Tg1. «Io ci vedo un attacco, non tanto al Papa, ma al Governo attuale del Vaticano, quindi al Segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone».

Il Papa, come scrivono alcuni commentatori, è solo?
Il Santo Padre non è assolutamente solo: prima di tutto ha la solidarietà di tanti fedeli in tutto il mondo che arriva a lui in diverse forme, poi ha attorno a sé la famiglia pontificia, a partire dai suoi fedelissimi segretari e da tutte le persone che lavorano per lui, nei diversi dicasteri. Che il papa sia solo è una favola.

Giuliano Ferrara, direttore del Foglio, ha avanzata l’ipotesi di possibili dimissioni di Benedetto XVI. Voci, queste che si rincorrono da mesi. Ma se ciò avvenisse la Chiesa non ne uscirebbe indebolita?
Benedetto XVI è un uomo molto libero e già durante l’ultima parte del pontificato di Giovanni Paolo II, con il Papa molto malato, fece alcune riflessioni in merito. Credo, però, che in questo momento non ci stia affatto pensando: lasciare, sotto questo ciclone, sarebbe considerata come una fuga. No, di dimissioni, non se ne parla.

Il caso è stato sollevato proprio a ridosso del Forum mondiale delle famiglie. A Milano sono attesi più di un milione di pellegrini.
Queste occasioni servono per esprimere l’appartenenza e la comunione nella Chiesa, una comunità a volte troppo divisa. Lo spirito con cui nasce l’incontro di Milano mi sembra quello giusto: l’importante è mettersi in posizione di ascolto della parola del Papa, che troppo spesso cade nel vuoto. Ci permettiamo di giudicare, senza conoscere adeguatamente il suo insegnamento.

C’è bisogno di una nuova responsabilità del popolo cattolico?
C’è bisogno di un’attenzione al magistero, di una riflessione sull’insegnamento e di una capacità di missionarietà nel mondo: il Papa dispensa tesori, che sono nutrimento per tutta quanta la comunità. Concretamente, ciò che si sta vivendo a Milano, questo scambio di esperienze tra famiglie di diversa nazionalità e cultura, è molto bello. Sono convinto che da questi incontri nasceranno frutti molto buoni.

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