Valanga sull’Everest, tredici sherpa morti, dieci i dispersi
Tredici guida sherpa hanno perso la vita per una gigantesca valanga di neve sull’Everest: altre dieci persone risultano ancora disperse. Lo ha reso noto il ministero del turismo del Nepal, spiegando che si tratta della peggiore tragedia sulle cime più alte del mondo.
TERRORE A 5MILA METRI. La valanga di neve si è staccata dalle cime e si è abbattuta sul Campo 1 a circa 5.800 metri di altezza alle 6 e mezza del mattino ora locale (circa le 2.45 ora italiana). Le guide erano uscite al primo albeggiare, per preparare la salita alla cima e al momento del tragico incidente stavano montando le corde fisse, che sarebbero servite ai turisti dopo l’apertura dell’alta stagione (fine aprile). Il punto in cui c’è stata la slavina è il percorso usato per arrivare alla vetta dell’Everest nel versante nepalese della montagna. La valanga si sarebbe staccata dalla parete ovest, dal ghiacciaio del Khumbu, per finire sulla crepacciata tra il campo base e il campo 1, nella zona denominata “Popcorn Field”: dalla montagna non si è staccata solo la neve, ma interi blocchi di ghiaccio che hanno travolto circa 50 alpinisti, la maggior parte dei quali sherpa.
«SOCCORSO IMMEDIATO». Il ministero del Turismo ha spiegato che i soccorsi sono partiti immediatamente, ma che le operazioni sono ancora ostacolate dal maltempo. «Abbiamo trovato tredici corpi e siamo riusciti a salvare sette persone ma altri alpinisti sono ancora dispersi» hanno spiegato dal ministero. Altre cento persone sono bloccati invece al campo 1, poco più sopra della valanga, che ha distrutto le scale indispensabili per attraversare i serracchi dell’Icefall. Per questo motivo il campo viene lentamente evacuato grazie ad un elicottero.
UN TESTIMONE. Il giornalista e alpinista Alan Arnette si trovava vicino alla zona in cui c’è stata la valanga, di cui è testimone oculare, come ha raccontato sul proprio blog poco dopo: “Stavo salendo lungo una cascata di giaccio stamattina all’alba quando una valanga si è abbattuta duecento metri sopra di noi. Io ero con il mio incredibile sherpa, Phu Tserin e insieme abbiamo guardato l’enorme nuvola bianca avvicinarsi a noi ed entrambi siamo stati coperti di neve, ma dopo la paura iniziale ci siamo resi subito conto di essere al di sotto della zona d’impatto, lontani dai pericoli”.
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