
Vaccino Covid. Coro di critiche in Quebec: «No alla tassa sul peccato»

La “tassa sul peccato” che il Quebec imporrà ai non vaccinati ha scosso il Canada. Soprattutto perché minerebbe alla radice lo spirito universalistico del sistema sanitario pubblico. Martedì il premier François Legault ha annunciato che chi non vuole vaccinarsi dovrà pagare un «contributo ingente» nel caso finisca ricoverato in ospedale. Secondo medici ed esperti di diritto la misura è una pessima idea.
«Violazione dei diritti dei canadesi»
L’Associazione per le libertà civili canadesi ha affermato che si tratta di una «violazione dei diritti fondamentali dei canadesi». Danyaal Raza, medico a Toronto, già a capo del gruppo Dottori canadesi per il Medicare, spiega: «In Canada non è mai stato approvato niente del genere. Fisserebbe un precedente pericoloso».
Il Quebec, precisa Reuters, non ha il potere di far pagare una determinata prestazione medica a un singolo gruppo di cittadini. Potrebbe quindi formulare una “tassa sul peccato” come le accise sulle sigarette o sull’alcol oppure una tassa, alla stregua di una compagnia assicurativa privata, sul fattore di rischio creato dall’assenza della vaccinazione.
E chi fuma marijuana?
Al di là della scappatoia legale che utilizzerà il Quebec per punire i non vaccinati e spingerli così a vaccinarsi, la logica che soggiace alla misura è pericolosa e potrebbe teoricamente essere estesa ad altri comportamenti che fanno aumentare la spesa sanitaria, come l’obesità. «A volere essere coerenti e logici, bisognerebbe far pagare il ricovero a tantissime persone, se si basa la misura su comportamenti dei quali “sono responsabili”», spiega la bioeticista della McGill University Phoebe Friesen. «Ed è incredibilmente difficile stabilire dei limiti».
In particolare, potrà esimersi il Quebec dal punire tutti quei cittadini che, grazie alla legalizzazione del governo, consumano abitualmente marijuana? Non è anche questo un comportamento che aumenta il rischio di ricadute sulla salute e quindi sul sistema ospedaliero? «La gente non si vaccina per diverse ragioni. Per convincerli serve educazione, non una tassa», chiosa a Cbc News il docente di Bioetica all’Università di Montreal Vardit Ravitsky.
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