L’oppio degli intellettuali

Di Aldo Vitale
22 Febbraio 2016
Ma quanto sono organici i firmatari dell'appello pro unioni civili. Una volta gli intellettuali militavano a favore della causa proletaria, oggi lotta per i cosiddetti nuovi diritti
La manifestazione per i diritti civili delle coppie omosessuali organizzata dai Sentinelli di Milano in piazza del Duomo, Milano, 21 febbraio 2016. ANSA / MATTEO BAZZI

Su Repubblica dello scorso 21 febbraio 2016 è apparsa la notizia per cui oltre quattrocento tra esponenti di cultura, spettacolo, musica, editoria hanno scritto e sottoscritto un appello al Parlamento affinché siano immediatamente approvate le unioni civili.

Che vi sia qualcuno che da cantante, attore o artista abbia una propria opinione, una propria fede politica, una proprio partito, non stupisce ed anzi è cosa buona e giusta, poiché è inevitabile che ogni essere umano eserciti non solo la propria libertà di pensiero, ma anche il proprio senso di appartenenza e identità (di cui tanto si necessità in un mondo come quello dell’arte che con l’adozione del pensiero fluido e del relativismo etico ha smarrito la propria).

Ciò nonostante, c’è differenza tra l’avere una propria idea e il militare per una ideologia, ed è la differenza che tutta intera si ritrova nella distinzione tra intellettuale e intellettuale organico.

L’intellettuale organico, come si sa, è quella figura, compiutamente teorizzata da Antonio Gramsci, in base alla quale la causa proletaria si deve servire anche di figure intellettuali che ne propugnino le idee, i valori, l’emancipazione.

L’intellettuale, per Gramsci, per essere davvero tale deve essere organico alla causa proletaria e mettere al servizio di essa le proprie risorse e le proprie capacità.

Scrive per l’appunto Gramsci:

«Il nostro Partito non è un partito democratico, almeno nel senso volgare che comunemente si dà a questa parola. È un partito centralizzato nazionalmente ed internazionalmente. Centralizzazione vuol dire specialmente che in qualsiasi situazione tutti i membri del Partito, ognuno nel suo ambiente siano stati posti in grado di orientarsi, di saper trarre dalla realtà gli elementi per stabilire una direttiva, affinché la classe operaia non si abbatta, ma senta di essere guidata e di poter ancora lottare. La preparazione ideologica di massa è quindi una necessità della lotta rivoluzionaria, è una delle condizioni indispensabili della vittoria».

Senza dubbio il socialismo reale è finito, la causa proletaria ha perduto il suo slancio, ma il metodo d’azione è rimasto immutato, vivo e vegeto in quelle forze politiche che saggiamente, a seguito della fine del comunismo, dopo una secolare militanza in suo favore, si sono re-inventate come forze liberali che distribuiscono diritti in ogni dove.

Se nel XX secolo l’intellettuale organico militava a favore della causa proletaria nel senso della rivendicazione del diritto di sciopero, dell’adeguamento salariale, della lotta al padronato, oggi, invece, lotta nel senso della rivendicazione dei cosiddetti diritti civili e nell’ambito dei cosiddetti nuovi diritti (diritto al figlio, diritto d’amore, diritto al matrimonio, diritto di cambiare identità, diritto di morire ecc).

Gli intellettuali organici di oggi si battono, infatti, non solo per la semplice approvazione del disegno di legge sulle unioni civili, ma soprattutto per propagare la nuova ideologia dominante, cioè il pensiero gender.

Ciò che è accaduto con il proletariato e il marxismo, accade oggi con i gruppi LGBT e il genderismo; se nel XX secolo l’intellettuale organico spendeva la propria vita al servizio della causa proletaria, oggi, nel XXI secolo, spende la propria energia al servizio della causa genderista.

Tutto ciò lascia trasparire l’idea di quanto molto organici siano i firmatari del suddetto appello per l’approvazione del ddl Cirinnà, e quanto poco liberi siano in effetti nella loro arte.

Se, infatti, non c’è libertà senza verità, e non c’è arte senza verità, come ben spiegato da Martin Heidegger, allora l’arte e ogni attività intellettuale di quanti risultano essere organici rispetto al pensiero gender non è vera arte o attività intellettuale perché non è arte libera in quanto non tesa alla traduzione della verità, ma asservita ad uno scopo per di più di chiara matrice ideologica.

A ben guardare, tuttavia, l’appello di tali intellettuali, tramite cui si realizza l’asservimento della cultura al pensiero genderista, lascia intendere quanto essi siano sotto gli effetti di ciò che Raymond Aron ha giustamente definito come “oppio degli intellettuali”.

Essi, infatti, invece di incarnare il vero ruolo dell’intellettuale, cioè l’opporsi alla cultura dominante, preferiscono sottomettersi a quest’ultima.
Se, infatti, hanno ragione tutti i sondaggi, gli opinionisti e gli esperti nel sostenere che la maggioranza degli italiani è favorevole alle unioni civili, se hanno ragione coloro che sostengono che bisogna legiferare come la maggioranza dei Paesi europei hanno legiferato sulle unioni civili, se hanno ragione tutti coloro che ripetono che occorre ascoltare la predominante voce di quanti in più di cento piazze italiane hanno dimostrato che la stragrande parte dell’opinione pubblica è a favore delle unioni civili, occorre necessariamente riconoscere che la cultura dominante sia quella a favore delle unioni civili.

In tal senso un vero intellettuale – cioè quello non organico – non dovrebbe servire la causa del più forte, del pensiero dominante, della maggioranza, cioè del potere, ma opporsi a tutto ciò.

Del resto, questo è stato l’insegnamento dell’illuminismo, o meglio, di quella parte dell’illuminismo che proprio questo ha insegnato, cioè che il rapporto dialettico tra intellettuale e potere deve essere sempre non già di servizio, ma sempre di critica oppositiva, cioè di sfruttamento di quella risorsa di indipendenza del pensiero e della coscienza che per l’appunto manca ai suddetti firmatari del predetto appello, i quali, a causa della loro militanza a favore della maggioranza favorevole alle unioni civili, si dimostrano gramscianamente molto organici e illuministicamente poco intellettuali.

In conclusione, quindi, non possono che sovvenire le parole di critica, avverso questo genere di intellettuali organici, mossa da un illuminista del calibro di Jean-Baptiste D’Alembert che nel suo Saggio sui rapporti tra intellettuali e potenti del 1753 così per l’appunto scrive:

«Un mezzo molto efficace per rendere più circospetti questi aristarchi sarebbe quello di impegnarli a dare per iscritto i loro pareri: in capo ad un piccolo numero di anni, quando il furore della cabala e lo spirito di parte avranno fatto posto alla sentenza dei saggi, quei giudici, ignoranti quanto severi, si troverebbero in contrasto o con se stessi o con il pubblico; infatti, nonostante tutte le ingiurie che si dicono così frequentemente al pubblico, esso decide con cognizione ed equità. È vero che quel pubblico che giudica, cioè che pensa, non è composto da tutti coloro che pronunciano pareri e nemmeno da tutti quelli che leggono; le sue sentenze non sono tumultuose; spesso esamina ancora quando la passione o la prevenzione credono di aver già deciso e i suoi oracoli, depositati presso un piccolo numero di uomini illuminati, prescrivono infine alla folla ciò che essa deve credere. È soprattutto fra gli intellettuali e persino unicamente tra costoro che si incontrano uomini di tal fatta».

Foto Ansa

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19 commenti

  1. maboba

    Leggo anche qui molti sofisticati ragionamenti, o sproloqui, sulla natura e che addirittura si sbaglia dicendo che uomo e donna sono natura. Penso che sul concetto di naturale senza ricorrere a troppa filosofia si possa andare d’accordo affermando che un secchio di plastica non sia naturale.
    Ora è un dato di fatto che la vita su questa terra (altrove non so) si è sviluppata in milioni di specie, la biodiversità, grazie allo scambio genetico fra due forme diverse che noi per convenzione chiamiamo sessi diversi. Senza di essi la vita si sarebbe fermata allo stadio delle meduse. Infatti la quasi totalità delle specie oggi esistenti, e anche quelle estinte in base ai ritrovamenti fossili, e le eccezioni si contano sul palmo di una mano, si riproduce attraverso l’unione di due sessi diversi, che noi sempre per convenzione chiamiamo maschio e femmina. Senza la loro distinta esistenza noi non saremmo qui a parlare anche a sproposito di cultura e di filosofia.
    Mi pare che lo sforzo inane di definire questa separazione solamente come un fatto culturale sia frutto di una disperata ideologia che paradossalmente li pone dalla stessa parte di Bellarmino e soci i quali si opponevano al dato di fatto galileiano in difesa di un’ideologia “astronomica” artificiosa.
    Quanto alla famiglia, anch’essa definita solamente un fatto culturale, meglio rileggersi le conclusioni finali di Claude Lévi-Strauss. Pur espressa in forme diverse tuttavia invariante è il modello su cui si forma in tutte le società umane: uomo (padre), donna (madre), figli e parentele conseguenti. Chissà perché?
    La cultura metropolitana ormai prevalente viaggia sempre più velocemente verso un distacco dal dato naturale. Probabilmente prevarrà definitivamente e arriveremo anche all’utero artificiale, come anche alla produzione di individui, non persone, senza l’atto sessuale. Sarà una società migliore? Saranno quegli individui più felici? Ne dubito fortemente. Sono un conservatore incallito troppo ancorato alla visione di Dante, alla vicenda di Romeo e Giulietta per appassionarmi a un quadro del genere.

  2. franz

    Caro Tempi mi dispiace: avete sbagliato il titolo dell’articolo. Definire intellettuali certa gente……………..

  3. Fede

    In perfetto stile Elton John/lobby LGBT propongo il boicottaggio di tutti i firmatari…

    1. Menelik

      Io proporrei di meglio: il boicottaggio del PD da parte di chi si ritiene cattolico.
      Bisogna scollare i cattolici dal PD, questo dovrebbe essere l’obiettivo prioritario.
      Fargli mancare una parte del consenso elettorale.
      Come dire: avete voluto fare queste porcate? Non l’hai fatto nel mio nome e al vostro modello di governo non crediamo più. Addio PD.
      Il comunismo tradito le classi lavoratrici (una volta, quando il comunismo era vivo), e il PD ha tradito i cattolici.

      1. Garro

        Concordo in pieno.
        Il PD (e ora anche i 5S) ha tra le proprie priorità la lotta alla Chiesa e ai suoi principi, con lo scopo dichiarato di escludere progressivamente la dottrina cristiana dalla sfera politica italiana. E nonostante questo un numero rilevante di cattolici vota PD!
        Poi, vabbè, ci sarebbe da evidenziare che questo Governo è abusivo, sorretto da una maggioranza parlamentare abusiva, a conferma che il popolo italiano è schiacciato da un regime autoritario e antidemocratico…

      2. signora

        Vorrai mica che votino i FASCISTI?????!!!!!!!!!!!

      3. marina

        Sono d’accordo. Io mi ricorderò (quando mi daranno la possibilità di votare).

  4. Michele

    Intellettuali? Dai… Scorrete le firme e vedrete che di intellettuali ce ne sono ben pochi, al più cantanti, attori e soubrette.
    Fate il confronto tra le firme dell’appello del ’71 contro Calabresi e quello di oggi e poi capirete che, come diceva Marx commentando Hegel, gli eventi della storia si ripetono due volte: la prima come tragedia, la seconda come farsa.

    1. giovanna

      L’elenco dei firmatari è veramente imbarazzante…ci potevano mettere gli horror-nick della trollona, qui “lucillo”, che erano più credibili !

    2. carlo gargaglia

      Corretto, ed è anche farsa essere del PD e definirsi cattolici.

    3. Filippo De Gigli

      Basti pensare che tra gli intellettuali c’è anche Heather Parisi.

  5. Giannino Stoppani

    Appeso alla porta della casa del popolo ho letto un bel cartello ove si narravano con somma costernazione le peripezie di una coppia di lesbiche italiche costrette a far conto su Schengen per coronare il loro sogno d’amore, rivendicando l’opera meritoria del Partito che si adopera per far cessare certi calvari per il futuro.
    Una polemica mano anonima vi ha scritto sotto a penna:
    “una volta si difendevano* gli operai e i pensionati”.
    e un’altra mano anonima più sotto:
    “si difendono** ancora, solo che a forza di metterglielo in quel posto li abbiamo fatti diventare tutti gay”

    * Chi non conosce il vernacolo toscano legga: “difendevamo”
    ** Chi non conosce il vernacolo toscano legga: “li difendiamo”

    1. Susanna Rolli

      AIUTO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

    2. maboba

      anonimo strepitoso

  6. recarlos79

    sappiamo quello che vediamo nella realtà. ma tu hai chiuso gli occhi e la ragione.

  7. viccrep

    la natura stessa è creata non si è fatta da sola, e l’uomo sovrintende alla natura la domina la coltiva senza abusarne.
    l’uomo è creato non si è fatto da solo, è creato: uomo donna e da questi cresce ogni forma sociale il resto è menzogna e la menzogna si ricrea continuamente per non essere smascherata.
    La realtà nella natura mostra la verità la vita nasce dall’incontro tra il maschile e il femminile, il resto è distorsione, deviazione cioè non corrisponde alla natura.
    solo la perdita della consapevolezza della propria identità fa dell’umanità di ogni erba un fascio, cioè non fa crescere l’umanità ma la disgregarla

    1. Luca

      Caro, sappiamo ben poco di quella che chiami “natura”, troppo poco per desumerne alcunché.

      1. Luigi

        Luca,ma almeno a cosa serve il b..o del c..o lo sai? E la mamma non ti ha detto niente?

  8. lucillo

    Quindi o la si pensa come Vitale oppure non si è veri intellettuali e artisti, in quanto non si opera per tradurre la verità… quella di Vitale ovviamente.
    Si sarebbe invece intellettuali opponendosi alla maggioranza la quale è a favore dei diritti civili.
    Non sorge neanche il dubbio che uno possa essere semplicemente d’accordo con il contenuto di determinate proposte e richieste. Rimane da capire cosa blocca queste leggi.
    Ma fa niente: faccio una proposta interessante.
    Visto che la maggioranza è per i diritti, e che per questo intellettuali ed artisti sono organici e falsi, c’è un modo per salvare maggioranza, diritti, ed insieme gli stessi artisti ed intellettuali : offresi 50 intellettuali organici per legge Cirinnà! Ne resta una scorta di altri 350 per portare a casa altre 7 leggi.

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