Una rondine ci rappresenterà in Europa per sei mesi a partire dall’1 luglio. Per un pelo. A vincere il concorso per realizzare il logo che l’Italia utilizzerà durante il semestre di presidenza del Consiglio dell’Unione europea sono state quattro studentesse dell’Istituto tecnico Meroni di Lissone, la «scuola dove si impara facendo». Il progetto di Alessia Tolotti, Giorgia Berto, Sara Tiberini e Giulia Manfredi, sedicenni di classe terza, raffigura una rondine stilizzata con il motto “La mia Europa è libertà”. Ma quel logo ha rischiato di non raggiungere mai Bruxelles.
UNA RONDINE È LIBERTÀ. «Ci abbiamo pensato su un po’ prima di decidere se far partecipare al concorso quel logo con disegnata sopra una rondine», confida a tempi.it il preside Roberto Pellegatta. C’erano infatti «altri quattro gruppi altrettanto validi che avevano presentato una loro proposta». E le ragazze in questione non sono nemmeno «le più brave della scuola», perlomeno non “libretto alla mano”. «Così le abbiamo convocate e ci siamo fatti spiegare perché hanno scelto una rondine».
La loro risposta è stata tanto semplice quanto originale: «Quando pensiamo all’Europa la prima cosa che ci viene in mente è la libertà: la libertà di poter viaggiare, incontrare persone, vedere città e parlare lingue diverse». Da qui la scelta del logo che, dopo alcune ricerche ornitologiche, le studentesse hanno scoperto simboleggiare perfettamente l’idea di libertà. La rondine, infatti, è l’unico volatile «che in cattività muore e ha bisogno di volare libera nei cieli per vivere».
ESSENZIALI COME MICHELANGELO. La scelta del Meroni ha subito conquistato la giuria romana incaricata di scegliere i vincitori. «Quando i membri hanno visto la rondine disegnata dalle nostre alunne – continua Pellegatta – subito l’hanno messa da parte. Gli è piaciuta immediatamente, ha resistito fino alla fine e ha vinto».
Ma che cosa ha colpito i giudici, tanto da preferirlo ad altri 600 loghi? Innanzitutto il volo, che è «verso l’alto» e non «orizzontale», perché «come mi hanno detto le mie studentesse, se non sono loro a ridestare il desiderio in Europa, chi può farlo?». E poi, «inizialmente, il disegno non era così vuoto come adesso appare», hanno spiegato le alunne al preside, ma «il professore di laboratorio Lorenzo Cazzaniga ci ha detto che Michelangelo, quando faceva le sue sculture, toglieva materia anziché aggiungerla». E così hanno scelto di produrre un logo più «essenziale». Della rondine non sono rimaste che le ali e la coda, «blu, perché è il colore dell’Europa e senza Europa, oggi, dove andiamo?». E la testa, «coi colori bianco, rosso e verde, dell’Italia, perché siamo noi che dobbiamo avere nuove idee per suggerire dove andare».