«L’inceneritore mai!», tuonavano Beppe Grillo e Federico Pizzarotti, la scorsa primavera, in piena campagna elettorale per le comunali di Parma. Oggi, il blog di Grillo e la giunta Pizzarotti evitano di parlare del fatto che il Tribunale del Riesame ha respinto la richiesta di sequestro del sito avanzata dalla Procura.
COSTRUZIONE REGOLARE. Per i giudici non c’è stato nessun abuso edilizio. Niente che possa giustificare un sequestro e il fermo dell’impianto. Il tribunale del riesame di Parma ha confermato le precedenti decisioni del Gip e del Tar, contro la richiesta di sequestro del sito da parte della Procura. L’iter amministrativo per la costruzione dell’impianto è stato regolare. La concessione per la costruzione dell’opera era già compresa nei verbali di approvazione del Polo ambientale e dalla Conferenza dei servizi.
M5S ALLA PROVA DEI FATTI. Nessuna scorciatoia per Federico Pizzarotti, che aveva trasformato il voto a Parma in un referendum sul termovalorizzatore, confidando in una decisione che avrebbero dovuto prendere i magistrati. Senza il sequestro, i grillini, per mantenere la promessa elettorale, dovrebbero far pagare ai cittadini di un comune quasi fallito la penale astronomica di 180 milioni di euro. Pizzarotti aveva promesso agli elettori la «riconversione» del termovalorizzatore «in un centro di riciclo e recupero», benché sull’opera quasi completata, l’Iren, l’azienda incaricata della gestione dell’inceneritore e di cui il Comune di Parma è peraltro azionista, aveva già investito 109 milioni di euro
Se venisse accolta la richiesta di risarcimento danni avanzata dall’Iren, il comune di Parma dovrebbe sborsare 28 milioni di euro. Nel 2011, il comune di Parma, per arginare le proteste dei “no-termo” sostenute anche dai grillini, fece bloccare i cantieri.
LE OPPOSIZIONI. Cosa regalerà ai cittadini di Parma, la giunta grillina? 180 milioni di euro di debito o il termovalorizzatore contro cui si era scagliata durante le elezioni, ammettendo di aver costruito la propria vittoria su una balla? «Il sindaco assuma quegli atti formali e amministrativi per realizzare questa promessa», consigliano, ironicamente, le opposizioni, «oppure ammetta che non aveva nessuna percorribile soluzione alternativa e che ha preso impegni che non è in grado».
L’Iren ha annunciato che a febbraio ci saranno i primi test di funzionamento del termovalorizzatore ed entro aprile arriveranno i primi rifiuti.