Una gustosa serata di diversamente movida a discutere della verità

Di Luigi Amicone
10 Aprile 2017
Pensiamo all’amicizia, all’amore, alla fiducia. Quando vengono meno queste esperienze di “verità” è l’impalcatura di tutto il resto (scientifico, economico, politico, comunicativo) inizia a venire giù

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Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti) – “Cristianesimo e impegno politico: la riscoperta delle radici cristiane nella ricerca di una nuova politica”. Non avrei mai immaginato che esistesse ancora un luogo di partito interessato al cristianesimo. Non siamo mica nell’epoca della liquidità baumaniana e dell’occidentalis karma, tanto per dire un paio di scemenze populiste? Bella sorpresa essere chiamati dal bocconiano Carlo Novero, segretario del movimento giovanile di Fratelli d’Italia, a dire la nostra con Pietro Senaldi su un tema che Benedetto Croce sembrava aver chiarito una volta per tutte. Ma si capisce, la questione è oggi affidata alla cura della polvere e, direbbe Marx, alla critica dei topi. Scomparsa ogni traccia educativa a sinistra (copyright Mastella Clemente), le famose “radici” tornano ad assalirci solo quando nei talk show entrano alla rinfusa le argomentazioni – “sovraniste” cosiddette – sull’Europa debilitata e islamizzata. Tutto qui?

[pubblicita_articolo allineam=”destra”]Non è così, a quanto pare. Nel nostro caso, infatti, la conversazione un po’ pomposamante ammantata di “corso di formazione” (sapete, son tempi di madama “competenza”), è stata fresca e gustosa come un gelato al limone di Sorrento. Con il direttore di Libero a ragionare con sincerità delle categorie di papa Francesco. “Onestà”. “Coerenza”. “Povertà”. “Periferie”. “Discernimento”. E noi a tener bordone. Però, se una certa idea di “identità” romano-cristiana è nel Dna di un partito sceso per li rami di Alleanza nazionale e che ora veste “conservatore” (sartoria M.me Le Pen), nel corso della serata arcitaliana è stato interessante notare:

A. una platea di ragazzi che insieme a un paio di “adulti” (nel caso, gli onorevoli Fidanza e Frassinetti) incredibilmente “sprecano” la loro serata di movida per seguire la “traccia educativa” di due giornalisti, per altro “esterni” al partito;

B. la percepibile disponibilità ad ascoltare e l’interesse a un approfondimento serio e critico delle questioni;

C. per esempio, è un piacere sentirsi chiedere (banalizzo, la domanda era più intelligente e articolata) «quando e perché la verità è stata espulsa dall’orizzonte culturale e politico?».

Poiché questo è il punto. Si tratti di cristianesimo o di piante carnivore. Perché, piaccia o no all’astuta pubblicità progresso che anima i commerci, quando parliamo della verità ci dimentichiamo anche delle donne. Che poi in realtà anche le donne riemergono esaltate dall’esperienza che coglie nel segno e arriva non alla fine, ma all’inizio di ogni processo. Bè, questa è una buona conseguenza. Verità, infatti, come ci siamo detti nella diversamente movida dei giovani FdI, appartiene all’ordine dell’esperienza elementare. “Vero” è ciò che ci capita di sintetizzare quando una cosa, una persona, un’osservazione ci colpisce immediatamente, senza troppi ragionamenti e analisi, perché ci corrisponde “umanamente”.

Il governatore alla guida dei No Tap
Certamente non è il “vero scientificamente”, sempre in allerta di falsificazione e di correzione statistica. Ma è altrettanto certo che si tratti di “verità” indispensabile alla pura e semplice umanizzazione della condizione umana. Pensiamo all’amicizia, all’amore, alla fiducia. Quando vengono meno queste esperienze di “verità” è l’impalcatura di tutto il resto (scientifico, economico, politico, comunicativo) che, come si vede bene, inizia a barcollare e a venir giù paurosamente.

Nonostante ci siano più “verità” scientifiche, economiche, comunicative eccetera, di venti o trenta anni fa, l’inaridirsi dell’esperienza del “vero umanamente”, è la peste bubbonica da cui nessuna “etica onusiana”, nessuna “correttezza politica” e nessuna “mani pulite” ci ha curato e ci curerà. Anzi. Queste cose hanno la stessa incidenza sulla cura della vita umana di quanto potrebbe averne una scritta pacifista sulla fusoliera di un bomba atomica. Infatti, l’Italia è una bomba innescata, ma loro continuano a sottolineare l’importanza di scriverci sopra.

Per esempio, prendete un tipo come Michele Emiliano. Sarà mica una persona priva di competenza? Al contrario. È un gran magistrato in aspettativa ed è pure un gran governatore di Regione. Eppure si è messo alla guida dei “No Tap”. E con la soave incoscienza di chi non ha problemi di verità. Nel caso si tratta di trasportare gas, posare un tubo di 1 metro di diametro, interrandolo per 8 chilometri. Sarebbe questa “una catastrofe ecologica”? Perché si espiantano 200 ulivi per poi ripiantarli? Ma allora ti devi chiedere perché, sei mesi fa, nella tua stessa regione, col tuo benestare di governatore e nessun “popolo dei comitati”, è stato posato un tubo del diametro quasi doppio, steso per quasi quaranta chilometri e con l’espianto di 2.500 ulivi. Ecco cos’è il riflesso sociale, economico, politico eccetera, di avere una faccia senza una traccia educativa. No verità, no party. E, nel caso, no segreteria.

@LuigiAmicone

Foto da Shutterstock

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